Il borgo meridionale dove le torri sono fatte di uomini

È tra i più belli d'Italia ed è uno dei più antichi della Lucania. Posto al confine tra Puglia e Basilicata, Irsina è un comune in provincia di Matera. Fino al 6 febbraio 1895 si è chiamato Montepeloso, denominazione che avrebbe avuto origine dal vocabolo greco "plusos", termine che stava ad indicare la ricchezza del suolo (molto fertile).

Irsina derivebbe dal nome degli Irtini, stanziati sul Monte Irsi che si staglia di fronte all'attuale città oppure da "Hirsum", il luogo dove un tempo sorgeva un tempio in onore di Santa Maria dell'Hirso. Ritrovamenti archeologici consentono di affermare che la zona fosse già abitata in epoca greca e romana. Assediata e invasa dai Saraceni (895) che, in seguito, la distrussero (988), fu ricostruita dal Principe longobardo Giovanni II di Salerno.

Il 3 settembre 1041, in loco, si scontrano le forze bizantine e quelle longobarde-romanne. È la battaglia di Montepeloso che si concluse con la vittoria dei secondi sui primi e l'inizio della dominazione normanna, a scapito dei longobardi. Nel 1123 Papa Callisto II la rende sede vescovile. Ribellatasi a Ruggero II, nel 1133, è rasa al suolo. Con gli svevi è unita alla contea di Andria salvo, poi, diventare marchesato per volere di Re Manfredi. Nel 1266 passa in mano agli angioini.

Il 5 gennaio 1309 diventa feudo dei Del Balzo e rimane tale fino alla congiura dei baroni in età aragonese. Nel 1586 è acquistata dai Grimaldi, ma gli ultimi signori feudali saranno i Riario Sforza. Nel 1799 si schierò con i rivoluzionari napoletani e, dopo l'Unità d'Italia, fu interessata dal fenomeno del brigantaggio. Il contro storico si estende su di uno sperone roccioso nel quale sono scavate le case-grotte che ricordano i Sassi di Matera. La meglio conservata è quella Barbaro che si sviluppa su 2 livelli.

Tra gli edifici di culto, sono da visitare la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Chiesa di San Francesco e della Madonna della Pietà. La prima è stata ricostruita dopo esser stata distrutta dai mori, in stile romanico e, durante il '700, rifatta in Barocco. Notevoli la cripta e il campanile. Custodisce un crocifisso ligneo della scuola del Donatello e una statua di Sant'Eufermia, che alcuni studiosi ritengono essere opera di Andrea Mantegna.

La seconda era conosciuta anche come castello di Federico II e fu restaurata secondo i canoni barocchi nel XVIII secolo. L'adiacente convento del '500 ospita il Museo Civico Janora che presenta  un'ampia collezione archeologica. La terza ha un impianto ad unica navata con arco medievale ed portale tardorinascimentale. Per ciò che riguarda l'architettura civile, si ricordano i palazzi nobiliari e le porte cittadine.

La principali celebrazioni sono la Festa della Madonna della Pietà (ultima domenica di maggio) durante la quale si svolgono le sfide del Pizzicantò, gioco in cui diverse persone devono formare una torre umana e quella in onore della Patrona Santa Irsina che si tiene dal 14 al 17 agosto. Infine, le buone forchette apprezzeranno "U callaridd", antica ricetta il cui ingrediente principale è l'agnello e i "mastaccere", biscotti tondi dolci.