Il borgo meridionale scavato nella roccia

È tra i più belli d'Italia e rientra nell'area protetta del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Sorge su di un versante del Corno Piccolo, in pieno Abruzzo ed è in provincia di Teramo. Ci riferiamo a Pietracamela, un paese il cui nome ha radici misteriose che tirano in ballo addirittura un cammello. La prima parte del termine è riconducibile al paleo-italico "Petra" e cioè "masso". Per ciò che riguarda la seconda, la questione è un po' più complicata.

Infatti, sono tante le teorie a riguardo. Ci sono studiosi che la fanno discendere da "Cimmeria", in riferimento alla popolazione dei Cimmeri che si stanziò nel Mezzogiorno d'Italia nel corso del I millennio a. C. Con il passar del tempo, questo vocabolo iniziò, poi, ad essere usato per riferirsi alla conformazione geografica del posto, che potrebbe ricordare le gobbe di un cammello. Altra teoria è quella relativa a "Cameria", rimando al popolo italico dei Camerti da cui derivebbe un lemma molto usato in zona abruzzese oppure a "Cumerij", dal latino "cumerum, i" (o "cumerium, ii") e quindi ennessima allusione alla topografia del luogo.

Fonti storiche riportano che in età romana, durante il regno di Ottaviano Augusto, esisteva un insediamento urbano conosciuto come Pietra Cimmeria. Le prime notizie certe in merito al centro risalgono al XIV secolo. Durante le dominazioni angioina e aragonese fu feudo degli Orsini. Dal 1526 al 1806, le sue vicende si legano a quelle delle altre località della Valle Siciliana, compresa tra i fiumi Mavone e Vomano. Nel 1526, questa valle fu donata al condottiero spagnolo Ferdinando Mendoza dall'Imperatore Carlo V d'Asburgo. In occasione dell'occupazione francese verso la fine del XVIII secolo, il prete Matteo Manodoro si fece portavoce della rivolta in nome di Re Ferdinando IV di Borbone. Nel 1806, il destino della cittadina si distaccò da quello della Valle a seguito della nuova ripartizione amministrativa, decisa dagli invasori transalpini.

Pietracamela è, perciò, un villaggio in pietra con edifici storici ricavati dalle rocce, da cui si può godere di splendidi panorami. Qui si possono, inoltre, ammirare:

  • la Chiesa dedicata al patrono San Leucio, edificata nel Medioevo e ristruttura in età barocca, che custodisce un'acquasantiera a catino del XVI secolo,
  • la Chiesa di San Giovanni del 1432 con campanile a vela e orologio alloggiato nel rosone,
  • la Chiesa di San Rocco del 1530, con aula ad unica navata e altare ligneo,
  • i resti della Chiesa della Madonna di Collemolino.

Per quello che riguarda l'architettura civile, ricordiamo la Torre di avvistamento del 1550, la Casa Signoretti (metà XVI secolo-inizio XV secolo) con finestre bifore ad architrave piano e la nicchia con crocifisso a maiolica e il Mulino comunale del XVII secolo. Nel borgo è possibile visitare il Museo delle genti e degli Antichi Mestieri. In loco ci si può dedicare all'alpinismo, all'e ascensioni ad alta quota, all'escursionismo e allo sci. Tra le feste si segnalano quella del Patrono (11 luglio), quella della Madonnina (1^ domenica di Agosto) e quella di San Rocco (16 agosto). In estate si svolgono anche la rassegna artistica "Teatro all'aperto" e la passeggiata ecologica non competitiva "Marcia dei Tre prati". Infine, per concludere in bellezza la vostra visita, concedetevi un buon piatto di ravioli, prodotto tipico dell'ennesima perla del Sud Italia che è Pietracamela.