Al Sud un museo per rilanciare un piccolo centro urbano

Cultura e radici, un binomio che, spesso e volentieri, avanza di pari passo, anche e soprattutto, nel Mezzogiorno d'Italia. A tal proposito, una proposta interessante arriva dalla Sardegna dove è stato lanciato un progetto volto ad evitare lo spopolamento di un comune, promuoverne il patrimonio storico-culturale e stimolarne le politiche giovanili.

A Mores, in provincia di Sassari, infatti, è stato inaugurato un museo di cultura popolare dedicato a Giuseppe Calvia, giornalista e poeta nativo del posto. La realtà museale è ospitata dall'edificio di proprietà del Calvia e sarà curata da 5 giovani del luogo. Si tratta di Dennis Sanna, Elena Maria Raimonda, Ettore Farris, Gian Mario Chessa e Maria Laura Melas. Spetterà a loro, in 12 mesi, tentare di garantire il rilancio del centro urbano di appena 1800 abitanti.

Ci proveranno attraverso la realizzazione di un itinerario dedicato ad una figura poliedrica, autore di opere patriottiche, poesie d'amore, in italiano e in sardo e con altri documenti, quali, ad esempio, fotografie e articoli firmati per il quotidiano "La Nuova Sardegna". Il progetto rientra nell'ambito del programma Corpo Europeo di solidarietà ed è pure appoggiato dall'associazione ABìCì, che fa parte del Comitato delle Associazioni Sarde per la Mobilità Internazionale (CASMI). Ora, le attività relative prevedono una serie di incontri per ampliare il coinvolgimento dei più giovani.

Si punta alla riscoperta anche di altre imporanti figure sarde quali Efisio Soletta, Francesco Demartis e Paolo Farris Spanedda. Giuseppe Calvia è nato il 31 luglio del 1866 a Moras, da Luigi e Maria Giuseppa Sechi. Studia al Liceo "Azuni" di Sassari e, quindi, si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Roma, dove segue le lezioni dell'economista originario di Napoli Arturo Labriola e dello storico Angelo De Gubernatis. Tornato a casa, fonda e dirige la rivista "Caprera". Combatte nella guerra italo-turca del 1897. Muore a Mores il 15 marzo 1943.