Storia del Sud Italia: le imprese dell'ammiraglio meridionale

Oggi ricorre l'anniversario di un'azione navale avvenuta nel corso della Prima Guerra Mondiale, che ebbe come protagonista anche un comandante nato nel Mezzogiorno d'Italia.

Ci riferiamo alla cosiddetta "Impresa di Premuda" del 1918, che comportò l'affondamento della corazzata austro-ungarica "Santo Stefano" da parte dei motoscafi armati siluranti di Giuseppe Aonzo e Luigi Rizzo.

Il primo era originario di Savona mentre il secondo era nato a Milazzo,nei pressi di Messina, l'8 ottobre del 1887. La famiglia vantava una lunga tradizione marinara e lui fu ufficiale della marina mercantile fino al 1912, quando entrò a far parte di quella militare. Allo scoppio del primo conflitto mondiale gli fu affidata la difesa militare di Grado. In quella occasione, si guadagnò una medaglia d'argento al valor militare.

In seguito, fu assegnato alla neonata squadriglia MAS e, così, partecipò a diverse azioni di guerra, ancora oggi celebrate. Nel maggio del 1917, prese parte alla cattura di 2 piloti di un idrovolante austriaco e, per questo motivo, ottenne la 2^ medaglia d'argento al valor militare. A dicembre dello stesso anno, guidò la missione che si concluse con la distruzione della nave da battaglia "Wien". Fu, quindi, insignito della medaglia d'oro al valor militare. Nel febbraio 1918 partecipò alla "Beffa di Buccari" insieme a Gabriele D'Annunzio e Costanzo Ciano e nel giugno di quell'anno all'evento di cui ora vi racconteremo.

A tal proposito, bisogna ricordare che dal 1^ marzo del 1918 era stato nominato ammiraglio della marina austro-ungarica Miklòs Horty. Costui decise di forzare lo sbarramento che proteggeva il canale d'Otranto, nel tratto di Mediterraneo tra la Puglia e l'Albania. Aspettandosi una mossa del genere, l'ammiraglio italiano Thaon di Revel predispose delle misure di sicurezza. Intanto, però, il 9 giugno il MAS 15 di Rizzo e il 21 di Aonzo avevano preso il mare con l'ordine di rimanere presso l'isola croata di Premuda fino alle ore 2 del 10 giugno. Alle 3:15 il militare originario della Sicilia avvistò delle imbarcazioni nemiche. Deciso ad attaccarle, manovrò tra 2 caccia che scortavano la Santo Stefano e, giunto a 300 mt da essa, lanciò 2 siluri. La corazzata nemica fu colpita e affondata. A quel punto, uno dei caccia di scorta si mise all'inseguimento del MAS, ma fu costretto a desistere quando Rizzo ordinò di sganciare 2 bombe antisommergibile.

Intanto, Aonzo concentrò le sue attenzioni su un'altra unità, la Tegetthoff. Riuscì a colpirla con un siluro che, tuttavia, non esplose e, perciò, la nave non affondò. Inseguito, anche il MAS dell'ufficiale ligure fu in grado di scappare. Il colpo di mano avviato dal graduato siciliano impedì agli austro-ungarici di completare il loro attacco a sorpresa in direzione Otranto e fece in modo che non tentassero più operazioni navali fino al termine del conflitto. Quanto accaduto ebbe grande eco e, addirittura, il comandante in Capo della marina inglese David Beatty espresse parole d'ammirazione per l'azione condotta. Rizzo e Aonzo furono premiati con un nuovo riconoscimento, la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, che il siciliano rifiutò perché repubblicano. Fu così, allora, che, nel 1923, si vide assegnare una 2^ medaglia d'oro al valor militare. A completare la lista delle decorazioni ricevute, altre 2 medaglie d'argento e 2 croci di guerra al valor militare. In memoria dell'Impresa di Premuda, il 10 giugno si festeggia la Giornata della Marina Militare.