Il vitigno più antico del Mediterraneo è del Sud

È il simbolo enologico di una regione del Meridione, da cui si ottiene un D. O. C. conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. E, a quanto pare, molto antico. Ci riferiamo al Cannonau.

Questo vitigno a bacca rossa autoctono è il più diffuso di tutta la Sardegna. Sulle sue origini e la sua provenienza si è dibattuto a lungo. Fino a qualche tempo fa, si riteneva che fosse stato impiantato sull'isola dagli spagnoli, solo nel XV secolo, ma, oggi, si propende per un'altra ipotesi, molto più suggestiva.

La nuova teoria si sviluppa in seguito al recupero di vinaccioli nel sito archeologico di Duos Nuraghes, a Borore, nel 2002. I ritrovamenti datano i semi degli acini a 3.200 anni fa, il che dimostra come le civiltà nuragiche coltivassero già la vite e producessero il vino, ma non solo. A partire da questa scoperta, prende piede l'idea che tale uva sia arrivata in loco grazie ai Fenici, che l'avrebbero importato dal Medio Oriente. Perciò il Cannonau è la vite più antica del Mediterraneo. Ulteriori rinvenimenti che confermano questa tesi sono stati effettuati a Villanovofranca e nella valle del Tirso.

Che questa uva sia la più antica dell'isola era una teoria già affermata intorno alla metà del XIX secolo, quando fu indicata in tal modo dal sacerdote Vittorio Angius, autore di un'analisi enologica dettagliata. In generale, diversi studiosi locali hanno sottolineato come la produzione vinicola affondi le radici indietro nel tempo e che si usasse mischiare tipologie indigene con quella Cannonau (come confermano gli scavi a Villanovaforru). Inoltre, può vantare omaggi illustri. Tra i tanti, quelli in versi ad opera di Gabriele D'Annunzio. La denominazione attuale si rintraccia per la prima volta in un atto a firma di un notaio di Cagliari Bernardino Coni, datata 21 ottobre 1549.

Da questo vitigno si realizza soprattutto il D. O. C. rosso o rosato, che richiede l'uso del 99% di acini di Cannonau e solo l'1% di quelli del posto. Deve invecchiare almeno un anno, di cui 6 mesi in botti di castagno o rovere. Colore rosso rubino, che tende all'arancione con il passar degli anni e sapore sapido. Se l'invecchiamento è pari a 3 anni (di cui 2 in botte di rovere), altro tempo variabile in bottiglia e gradazione di 13.5°, allora, il vino assume la qualifica di "riserva". Esiste anche il "liquoroso" che nasce dall'aggiunta di alcool di origine viticola al mosto o al vino naturale. Si abbina in maniera eccellente alla carne e a piatti quali lasagne e risotto con i funghi, ma anche con i formaggi locali. Incrociato con il "Galoppo", da vita anche ad un bianco, citato per la prima volta a metà XVIII secolo.