Il fico d'India, dal Centroamerica al Sud Italia

È una pianta che arriva dal continente americano e che è molto diffusa nell'Italia meridionale. E ha numerose proprietà.

Il fico d'India è originario dal Messico e, nel nostro Paese, è coltivato soprattutto in Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia. Si tratta del frutto di una pianta succulenta, ovvero capace di immagazzinare acqua per via dei tessuti che la compongono.

Appartiene alla famiglia delle Cactacee e può crescere fino ad un'altezza di 4-5 metri. Il fusto è formato da particolari rami, denominati "pale", lunghi tra i 30 e i 40 centimetri, larghi da 15 a 25 e spessi tra 1.5-3. Le foglie hanno forma conica e lunghezza di appena qualche millimetro. È contraddistinto da spine e produce fiori.

Necessita di temperature superiori allo 0 e da 6° in poi germoglia in maniera ottimale. Resiste all'aridità e la potatura avviene tra la primavera e l'estate. Le principali varietà di cultivar sono tre, la muscaredda, la sanguigna e la sulfarina. Quest'ultima è la più diffusa, perché ha ottime capacità di adattamento e un'elevata possibilità di riprodursi.

I frutti hanno forma rotonda e allungata e colore arancione e giallo. La polpa è succosa e carnosa e racchiude diverse sostanze in quantità abbondanti, come acqua, minerali, vitamine e zuccheri. Contengono soprattutto vitamina C, magnesio e potassio.

Grazie alle tante fibre, che favoriscono la peristalsi intestinale, sono utili contro la stitichezza e aumentano il senso di sazietà, il che fa in modo che si possa assumere una minore dose di grassi e zuccheri. Inoltre, stimolano la diuresi e, quindi, riducono il rischio di calcoli renali. Invece, gli antiossidanti contrastano l'invecchiamento cellulare e la diffusione dei radicali liberi.

In cucina, si possono adoperare per preparare gelati, granite, marmellate, risotti, sciroppi e succhi mentre il gel ricavato dalle pale della pianta può diventare un prodotto cosmetico, adatto a cicatrizzare e disinfettare.