Storia del Sud Italia: la disfida di Barletta

Cade oggi, 13 febbraio 2020, il 517^ anniversario dello scontro tra i militari italiani e quelli francesi, che si inserisce nel quadro storico delle Guerre d'Italia del 1494-1504.

Infatti, la cosidetta disfida di Barletta rappresenta un episodio minore all'interno dei conflitti combattuti nella penisola italiana in quel lasso di tempo, tra Luigi XII di Francia e Ferdinando II d'Aragona. Tuttavia, questo episodio continua ad affascinare gli appassionati di Storia e non solo. Circondato da un'aura cavalleresca che conquista e "seduce", dal gusto meridionale dato il gran numero di partecipanti provenienti dal Mezzogiorno d'Italia, questa sfida è celebrata ancora oggi. Scopriamone insieme le vicende che la riguardano.

Il contesto storico

L'11 novembre del 1500, Luigi XII e Ferdinando II firmano il Trattato di Granada, con il quale si spartiscono il Regno di Napoli. Abruzzo e Campania vanno alla Francia, Calabria e Puglia alla Spagna mente non si stabilisce cosa fare con Basilicata e Capitanata, distretto amministrativo pugliese. Ed è in merito a questa zona che si sviluppano motivi di contrasto tra le 2 potenze. Scoppiano, perciò, nuove ostilità, a partire dall'estate del 1502. I transalpini rispondono agli ordini del duca Louis d'Armagnac e gli iberici a quelli del generale Gonzalo di Cordova. Inoltre, questi ultimi possono contare sull'aiuto di truppe italiane di Fabrizio e Prospero Colonna. Già durante le prime fasi di queste operazioni, si distingue Ettore Fieramosca, condottiero italiano nato a Capua, vicino Caserta.

I motivi della disfida

A seguito di una battaglia nei pressi di Canosa, alcuni francesi sono catturati e condotti a Barletta, città dove erano accampati gli spagnoli. Tra i prigionieri c'è Charles De Torgues, conosciuto anche come Guy de la Motte. Il 15 gennaio 1503, invitato a cena con i suoi commilitoni dal generale nemico, in una locanda del posto, la Motte accusa gli italiani di essere pessimi soldati e, anche, codardi. Ne nasce una discussione che vede il nobile Íñigo López de Ayala sostenere il contrario. Quindi, si decide di organizzare uno scontro tra 13 cavalieri italiani e altrettanti francesi, da tenersi nel territorio tra Andria e Corato, per il successivo 13 febbraio. Si stabilisce che cavalli e armi degli sconfitti andranno ai vincitori e che il riscatto di ogni vinto sarà pari a 100 ducati. Sono scelti come giudici di campo Francesco Zurolo (o Zurlo), Diego Vela, Francesco Spinola e Alonzo Lopez, dalla fazione degli offesi e Lionnet Du Breuil, Monsieur de Murtibrach, Monsieur de Bruet ed Etum Sutte, dal gruppo degli sfidanti. Infine, come ostaggi, i primi optano per Angelo Galeotta e Albernuccio Valga mentre i secondi per Monsieur de Musnai e Monsieur de Dumoble.

Disfida di Barletta-Monumento
Monumento in onore del duello, a Barletta.

I partecipanti alla disfida

I capitani dei 2 fronti in gara sono Fieramosca e la Motte. Gli italiani pernottano ad Andria, nella cui cattedrale partecipano alla messa d'augurio precedente allo scontro. I francesi alloggiano a Ruvo di Puglia e celebrano la la funzione nella Chiesa di San Rocco. Gli schieramenti erano formati da:

  • Francesco Salamone, di Sutera, in Sicilia,
  • Marco Corollario, di Napoli,
  • Domenico de Marenghi o Riccio da Parma,
  • Guglielmo Albimonte, di Palermo,
  • Giovanni Capoccio da Tagliacozzo, in Abruzzo,
  • Mariano Marcio Abignente, di Sarno, vicino Napoli,
  • Giovanni Brancaleone, di Genazzano, nei pressi di Roma,
  • Ludovico Abenavoli, discendente di uno dei 12 cavalieri normanni fondatori di Aversa, in Campania, nato, pare, a Terni,
  • Ettore Giovenale, di Roma,
  • Giovanni Bartolomeo Fanfulla da Lodi,
  • Sebastiano Romanello da Forlì,
  • Ettore de Pazzis o Miale da Troia, centro vicino Foggia, nativo della Toscana,
Disfida di Barletta-particolare del monumento.
Particolare del Monumento di Barletta.
  • Marc de Frigne
  • Girout de Forses
  • Claude Grajan d'Aste
  • Martellin de Lambris
  • Pierre de Liaye
  • Jacques de la Fontaine
  • Eliot de Baraut
  • Jean de Landes
  • Sacet de Sacet
  • Francois de Pise
  • Jacques de Guignes
  • Naute de la Fraise

Riguardo al cavaliere Claude Grajan d'Aste, le fonti storiche si dividono. Alcuni studiosi affermano che non si trattasse di un francese, ma, in realtà di un italiano, tale Graiano d'Asti, contea che, all'epoca, apparteneva al sovrano di Francia. Questa teoria è accettata soprattutto nelle opere che derivano dalla vicenda storica, letterarie o cinematografiche che siano e che, perciò, lo presentano come un traditore.

Disfida di Barletta-Epitaffio
Epitaffio in memoria del combattimento, a Trani, contrada Sant'Elia.

La disfida di Barletta

Il duello avviene in contrada Sant'Elia, vicino Trani, in un campo recintato dai giudici delle 2 parti. I cavalieri si schierano in 2 file ordinate e caricano lancia in resta. Gli italiani restano più compatti dei francesi e, nonostante 2 di loro siano disarcionati, riescono ad avere la meglio. Una volta a terra, i soldati attaccano i cavalli degli avversari. La sfida si trasforma in uno scontro corpo a corpo, con spade e scuri, che vede Fieramosca battere, per ultimo, proprio la Motte. Anche sullo svolgimento del combattimento, le fonti storiche non sono concordi. C'è chi sostiene che, durante la carica, gli italiani indietreggiarono e aprirono dei varchi nelle loro fila, mettendo in difficoltà i nemici che fuoriuscirono dal campo. Convinti di vincere, i francesi non avevano il denaro necessario al riscatto. Condotti a Barletta, furono liberati grazie al Generale Gonzalo di Cordova che pagò il prezzo della liberazione per loro. I cavalieri italiani furono accolti come eroi e, dopo la messa nella cattedrale di Barletta in onore della Madonna, a lungo festeggiati.

Disfida di Barletta-manifesto celebrativo
Manifesto celebrativo del IV centenario.

Manifestazioni e opere in merito

La disfida è celebrata ancora oggi. Il comune di Barletta le dedica 2 eventi, uno nel giorno dell'anniversario e un altro nella prima settimana di settembre. Tra gli scritti a riguardo, il primo è realizzato nel 1503, dall'umanista Antonio de Ferrariis e si intitola "De Pugna Tredicim Equitum". Molto conosciuto anche il romanzo storico "Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta" dello patriota, politico e scrittore Massimo D'Azeglio, del 1883. La vicenda arriva nei cinema per la prima volta nel 1909 con titolo il nome del condottiero campano. Stesso titolo per il film del 1915 e del 1938, che vede Gino Cervi nel ruolo del capitano capuano. Anche Bud Spencer ha interpretato questo personaggio nella commedia "Il soldato di ventura" del 1976.