Il Santo Graal dei Templari è nascosto in Basilicata

Il fascino dei cavalieri Templari conquista tutti. Le vicende di questi misteriosi personaggi fanno ancora molto discutere e sono state anche il motivo del successo del romanzo "Il Codice da Vinci" di Dan Brown, in cui veniva fornita un'interpretazione molto discussa di quale fosse davvero il Santo Graal dei Templari. Brown afferma che "la ricerca del Santo Graal è la ricerca della tomba di Maria Maddalena". Ma è davvero così?

Prima di tutto, per chi non lo sapesse, il Santo Graal consiste nel calice usato da Gesù durante l'Ultima Cena e da Giuseppe d’Arimatea per raccogliere il sangue dal costato di Cristo dopo la crocifissione. Questa reliquia, custodita dai Cavalieri Templari, donerebbe vita eterna e conoscenza. E proprio per questo motivo è ambita da tutti.

Se avete intenzioni di mettervi anche voi a caccia del Santo Graal vi consigliamo di fare tappa in Basilicata. Una delle ipotesi è che il Santo Graal si trovi ad Acerenza, una cittadina medievale in provincia di Potenza, in cima ad una montagna, circondata da vigneti di Aglianico. Il nome di Acerenza fa venire in mente “l’Acheron”, il fiume che metteva in collegamento il regno dei vivi con quello dei morti.

Il calice dovrebbe essere nascosto nella cattedrale di Acerenza, edificio dell’XI secolo, dedicato all’Assunta e a San Canio. In particolare sembra che nella cripta restaurata nel 1524 dal Conte Ferrillo Balsa, membro dell'Ordine dei Cavalieri di Gerusalemme, ci sia la più ambita reliquia del mondo. Infatti gli occhi sono puntati su una finestrella murata e proprio dietro questi mattoni ci sarebbe il Santo Graal.

Cripta Cattedrale di Acerenza

Gli indizi del Santo Graal di Acerenza

Numerosi sono gli indizi che portano i ricercatori del Santo Graal in Basilicata, facendo diventare Acerenza uno dei paesi legati al mistero dei Templari come Rosslyn Chapel in Scozia e la chiesa di Santa Maddalena a Rennes le Château, in Francia:

  • il nome della piazza su cui si trova la cattedrale è piazza Glinni, genitivo del gaelico Glin, come gaelica è anche la leggenda del Graal.
  • Ugo Dei Pagani, fondatore dell’Ordine dei Cavalieri Templari nel 1118, è di origini lucane, essendo nato nella vicina Forenza.
  • Il territorio ospitò le truppe della sesta crociata, nel 1227, e Padre Andrea, l’arcivescovo della Cattedrale di Acerenza, ebbe un ruolo attivo nell’organizzazione della spedizione.
  • La cattedrale è dedicata a San Canio, il cui nome gaelico significa "magnifico sorvegliante". Cosa doveva sorvegliare? Forse il Santo Graal?
Dettaglio Cripta Cattedrale di Acerenza

La cattedrale è un luogo davvero molto suggestivo. È stata costruita con uno stile romanico con richiami al monastero francese di Cluny, su scelta di Arnaldo, abate di Cluny, giunto in Lucania con i Normanni. L'austerità esterna contrasta con gli interni sfarzosi. Sulla facciata ci sono le sculture di due scimmie avvinghiate a due donne e simboleggiano il peccato che deve essere lasciato fuori da quel luogo. All'interno la luce, che entra dal rosone e che illumina i marmi e gli affreschi, aumenta la sensazione di mistero e fascino.

Acerenza legata al Conte Dracula

Ma Acerenza non è nota solo per le vicende del Sacro Graal dei Templari infatti sembra essere legata anche alla vita di Dracula, il vampiro della Transilvania. Pare che la figlia del conte Dracula si sposò e visse in questo paese verso la fine del 1400: Maria Balsa, moglie del conte Giacomo Alfonso Ferrillo, era la figlia del principe ereditario di un territorio situato tra Romania e Serbia, Vlad III di Valacchia, meglio conosciuto come conte Dracula. Arrivata in Italia come orfana venne adottata dal re di Napoli Alfonso d’Aragona, che le fece sposare il nipote Alfonso Ferrillo, signore di Acerenza.

La cattedrale di Acerenza presenza numerosi richiami al "vampirismo". All’ingresso ci sono due creature mostruose che mordono sul collo due vittime. Mentre nella cripta è presente un bassorilievo che rappresenta la demone Lilith, che nella Bibbia viene descritta come una creatura notturna che succhia il sangue degli uomini, soprattutto dei bambni.

Tra verità e leggende, vale proprio la pena far visita ad Acerenza e alla Lucania.