Successo internazionale per due studiosi meridionali

Ancora una buona notizia dal Sud Italia. Ancora delle eccellenze meridionali e, come spesso accade, nell'ambito dell'Istruzione e della Ricerca. Si tratta di due docenti dell'Università degli Studi "Aldo Moro" di Bari che sono membri di una equipe di studi internazionale. Questo gruppo ha lavorato ad un importante articolo scientifico a tema geologia. Lo studio riguada le eruzioni esplosive sottomarine ed è stato pubblicato dalla rivista di settore Nature Geoscience.

Insegnanti dell'Ateneo che ha sede nel capoluogo della Regione Puglia, i due studiosi in questione sono i professori Pierfrancesco Dellino e Daniela Mele, entrambi in servizio al Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali. Si ritiene che la ricerca a cui hanno preso parte potrebbe far segnare un importante progresso nelle analisi degli equilibri dinamici del nostro Pianeta. Infatti, l'argomento da loro affrontato rigurda tematiche che hanno una risonanza mondiale, visto che ben il 90% del magma della Terra è prodotto dai vulcani sottomarini.

Le emissioni di questi complessi naturali giocano un ruolo fondamentale nel mantenere inalterato l'equilibrio fisico e chimico degli oceani e, di conseguenza, anche dell'atmosfera. A tal proposito, il gruppo di ricercatori ha affrontato il caso di una recente eruzione del vulcano Havre, che si trova a nord-ovest della Nuova Zelanda. In questo caso, grazie all'ausilio di robot subacquei, sono state effettuate riprese dei fondali marini locali (oltre 1.000 mt di profondità) che hanno contribuito al recupero di materiale eruttivo, poi, portato in laboratorio, dove è stato analizzato e sottoposto a degli esperimenti. I test si sono focalizzati sul meccanismo di innesco delle esplosioni a contatto con l'acqua.

Passo successivo la disamina delle immagini del particolato solido eruttivo, così da poter dettagliare quelli che sono i processi alla base della relazione esistente tra il magma e l'acqua che conduce, per l'appunto, all'innesco delle esplosioni. Tra gli obiettivi della ricerca, c'è pure quello di comprendere il possibile legame di questi fenomeni con i cambiamenti climatici.