Storia del Sud Italia: la battaglia di Dorileo

Il 1^ luglio 1097 si tiene quella che è passata alla storia come battaglia di Dorieleo, dal luogo dove si svolse. Nell'ambito della Prima Crociata, le truppe cristiane furono impegnate in combattimento da soldati turchi della dinastia Selgiuchide nei pressi di un'antico centro dell'Anatolia, le cui rovine si trovano vicino la città di Eskisehir. A guidare gli europei anche un comandante che arrivava dal Sud Italia, ovvero Boemondo I  di Taranto.

Il precedente 26 giugno i crociati lasciavano Nicea senza averla potuta saccheggiare. Si poneva, perciò, il problema del vettovagliamento che fu risolto con la divisione dell'esercito in 2 gruppi. Posto all'avanguardia, il più piccolo era guidato da Boemondo, con il quale si trovavano, tra gli altri, il nipote Tancredi e Roberto il Cosciacorta (marito di Sibilla da Conversano). Tutti e 3 erano degli Altavilla. Più grande, il secondo seguiva il precedente ed era capeggiato da Goffredo di Buglione, con cui c'era Raimondo di Tolosa.

Dopo 3 giorni, il 29 giugno, il primo gruppo si rendeva conto di essere in pericolo. Boemondo scorgeva degli esploratori nemici ed iniziava a temere un'imboscata. Il fronte musulmano era composto dalle truppe del Sultano turco Ailij Arslan, da quelle del suo alleato Hasan di Cappadocia, dai Danishemendidi del condottiero Gumustekin Ghazi, da militari persiani e da soldati provenienti dall'odierno Arzebaigian. Il 30 giugno i crociati arrivavano a Dorileo. Erano circa 10.000 (di cui 2.000-3.000 cavalieri). Affronteranno una forza di all'incirca 25.000-30.000 uomini (di cui 6.000-8.000 cavalieri).

Boemondo I d'Altavilla
Ritratto immaginario di Boemondo I, olio su tela, di Merry-Joseph Blondel, 1843.

All'alba del 1^ luglio, il campo cristiano era attaccato a sorpresa. I turchi si rendevano subito molto pericolosi grazie ai loro temibili arcieri a cavallo. Boemondo ordinava che si costituisse una linea difensiva per proteggere i civili e i soldati colti alla sprovvista e, quindi, non ancora pronti alla battaglia. Nel frattempo, inviava una richiesta d'aiuto a Goffredo. I crociati erano costretti a retrocedere fino alle rive del fiume Thymbres. Lì, il fango cominciò a dare qualche problema agli attaccanti, che, comunque, continuarono a tempestare di frecce gli europei.

Verso le ore 12, ecco i primi rinforzi. Si trattava di Goffredo, alla guida di 50 cavalieri, ma era ancora troppo poco. I musulmani avanzavano fino a spingere i loro avversari nell'acqua bassa. Trascorse altre ore, i crociati poterono tirare un sospiro di sollievo. Finalmente, giungeva il grosso del secondo gruppo del loro esercito. Non è chiaro se con loro ci fosse già Raimondo di Tolosa, o costui arriverà in seguito. Infatti, sarà nel pomeriggio inoltrato che le sorti della battaglia si capovolgeranno grazie all'intervento dei soldati del legato pontificio Ademaro di Le Puy. Questi prendeva alle spalle i turchi e li costringeva alla fuga.

Lo scontro si concludeva, così, con la vittoria crociata e la possibilità per l'esercito cristiano di continuare la sua marcia che terminerà sotto le mura di Antiochia, località che sarà posta d'assedio a partire dal successivo mese di settembre.