Il Premio Nobel che arrivava dal Meridione

È uno dei principali scrittori italiani del Novecento. Si è interessato anche di teatro e poesia e, inoltre, ha vinto un Premio Nobel per la Letteratura. La sua terra d'origine? La Sicilia. Luigi Pirandello nasce a Girgenti, l'attuale Agrigento il 28 giugno del 1867. La sua è una famiglia agiata e studia al Liceo di Palermo, per poi iscriversi alla facoltà di Lettere. Nel 1877 si trasferisce all'Università di Roma e, quindi, a quella di Bonn, dove si laurea in Filologia Romanza.

Rientrato in Italia, si stabilisce nella capitale intenzionato a dedicarsi alla letteratura. Scrive le prime poesie e testi critici in seguito alla collaborazione con riviste come "La Nuova Antologia" e il "Marzocco". Nel 1894 sposa Antonietta Portulano, dalla quale avrà Stefano, Rosalia Caterina e Fausto Calogero. 3 anni più tardi ottiene la cattedra di stilistica e, quindi, quella di letteratura italiana all'Istituto Superiore di Magistero. Si dimetterà dall'incarico solo nel 1925. A partire dal 1903 incomincia un periodo difficile a causa della rovina dell'azienda paterna che pregiudicò il suo patrimonio familiare.

L'evento acuisce la malattia della moglie, che soffriva di una forma di gelosia delirante e paranoica. Autore di poesie, saggi, novelle, deve la fama alla sua attività come drammaturgo, la quale può essere suddivisa in 4 fasi (teatro siciliano, grottesco, teatro nel teatro e teatro dei miti). Tra le sue opere più impegnative quella incominciata nel 1922, una raccolta di sue novelle dal titolo, per l'appunto, "Novelle per un anno", progetto che prevedeva proprio la scrittura di un racconto per 365 giorni. Il primo successo è merito de "Il fu Mattia Pascal", edito nel 1904.

Nel 1924 aderisce al Fascismo, una scelta che gli attirerà molte critiche da parte sia di politici che di altri artisti. Lasciato l'insegnamento, dirige il Teatro d'Arte di Roma e fonda una compagnia teatrale. Nel 1934 vince il Nobel per la letteratura, appena 2 anni prima della morte avvenuta a Roma, il 10 dicembre 1936. Nelle sue opere, Pirandello utilizza l'umorismo, inteso come "sentimento del contrario" e affronta quella che definisce "crisi dell'io".

Il tema della "crisi dell'identità" è ricorrente e, a questo, si collega quello del "lanternino" ovvero il sentimento umano alimentato da illusioni e ideologie o, in alternativa, costretto a vagare nel buio. L'autore sostiene che la vita si sviluppa secondo un continuo contrasto tra il fluire della vita e le forme che gli individui provano ad assegnarle. Ciò comporta anche un relativismo psicologico e in ambito conoscitivo, che pone il problema dell'incomunicabilità. Tra le sue tantissime opere, ricordiamo:

  • Liolà, Così è se vi pare, La giara, La patente, Il giuoco delle parti, Sei personaggi in cerca d'autore, Enrico IV, Ciascuno a suo modo, I giganti della montagna (teatro),
  • L'esclusa, Il Fu Mattia Pascal, Uno, Nessuno e Centomila (romanzi),
  • Mai Giocondo, Pasqua di Gea, Zampogna, Fuori di Chiave (poesie).