Storia dello stemma di Palermo

È il simbolo della città capoluogo della Regione Sicilia, ma qual è la sua origine e cosa sta a significare?

Lo stemma della città di Palermo è uno scudo dallo sfondo rosso, sormontato da corona turrita, con al centro un'aquila color oro dalle ali spiegate, che ha tra gli artigli la legenda "S. P. Q. P.".

Il rapace rappresentava il potere di Roma mentre il diadema era un'onoreficenza assegnata dalla Repubblica e, poi, dall'Impero romano.

La dicitura arriva dal latino "Senatus Popolusque Panormitanus", ovvero il "Senato e il Popolo palermitano". La sua approvazione risale al decreto del 18 maggio 1942 e il disegno compare anche nel gonfalone cittadino. Sono due le teorie relative alla sua nascita. Una la colloca in epoca romana mentre un'altra in quella normanna.

La prima ipotesi risale con molta probabilità al periodo dell'Umanesimo e, non a caso, in tal senso, l'accenno storico più datato lo si ritrova nell'opera del 1470 dal titolo "De auctore er primordiss ac progessu felicis urbi Panormi" del palermitano Pietro Renzano. Questa è accettata anche dal prefetto cittadino che, nel 1860, ne dava notizia al governo nazionale. La seconda tesi ritiene che fu una concessione effettuata da re Guglielmo I, nel 1154.

Altre fonti sostengono, invece, che durante il XIV e XV secolo la città fosse divisa in cinque quartieri, ognuno con un suo emblema. L'aquila era quello del Cassaro e avrebbe soppiantato tutti gli altri. Sia come sia, il uso è attestato già durante il dominio normanno, come testimoniano il mosaico della Sala della Fontana della Zisa ed una scultura che si trova all'esterno della Cattedrale. Nel corso del XIX secolo, per la precisione nel 1873, fu una commissione di esperti voluta dal sindaco Domenico Perani ad esprimersi in merito alla storia dello stemma, propendendo per l'origine romana. Ridisegnato nel 1891 da Damiani Almeyda, la versione più recente dell'emblema del comune siciliano risale al 30 dicembre 1999, realizzata con la consulenza storica dell'accademico Rosario De Luca.