Dal Sud robot per sanificare le aree Covid

Giunge dalla Puglia l'eco di una possibile novità per ciò che riguarda la Sanità, che ha già ottenuto un buon riscontro in ambito accademico come testimonia la pubblicazione della relativa idea nel Repository (l'ambiente informatico) della rivista "Epidemiologia e Prevenzione" dell'omonima associazione nazionale. Si tratta della "Applicazione di tecnologia no-touch Uv a luce pulsata Xeno per il contrasto alla trasmissione nosocomiale della Covid-19".

Il progetto è merito di una equipe dell'Azienda Ospedaliera-Universitaria del Policlinico di Foggia e coinvolge la professoressa Rosa Prato, direttore della Struttura Complessa di Igiene Sanitaria, il professor Domenico Martinelli, la professoressa Francesca Fortuna, il dottor Vitangelo Dattoli, dirigente medico della direzione sanitaria degli Ospedali Riuniti, il dottor Giovanni Villone, la dottoressa Maria Angela Joakim e l'ingegner Alessandra Cozza. A guidare il team la professoressa Prato.

Lo spunto per il lavoro è stato offerto dalla constatazione che, durante l'epidema di Covid-19, si è rivelato necessario contenere la carica microbica a livello ambientale, soprattutto nelle strutture ospedaliere che, proprio per questa ragione, purtroppo, nei primi giorni di diffusione della malattia, hanno rischiato di esseere dei veri e propri focolai. Così, si è pensato a dei dispositivi mobili tramite i quali adoperare la tecnologia no-touch PX-UV con controllo da remoto per sanificare ambienti attraverso, ad esempio, la scannerizzazione di OR-code che permettano di identificare volumi, la tipologia di superfici e la frequenza di utilizzo. Una volta terminate le operazioni, i dati relativi saranno trasmessi ad un server che curerà reportistica e controlli periodici.

A tal proposito, il dottor Dattoli ha detto che i finanziamenti arriveranno da "erogazioni liberali al Policlinico Riuniti di Foggia, finalizzate a coprire i costi per gli investimenti tecnologici per far fronte all’emergenza Covid-19", che è relativo, per l'appunto, ad un "sistema di sanitizzazione intelligente" ovvero una "tecnica di sanificazione per il contenimento della carica microbica a livello ambientale attraverso l’utilizzo di dispositivi portatili controllati da remoto nelle aree Covid", il che comporta il vantaggio "di ridurre il rischio infettivo tra il personale addetto alla disinfezione".

La professoressa Prato ha aggiunto che la novità "è rappresentata dai dispositivi mobili, robottini, che agiranno con tempi predefiniti a seconda delle aree interessate". Funzioneranno tramite una control room che "piloterà l’intero sistema a distanza attraverso device mobili, senza esposizione di personale". Inoltre, il direttore ha precisato che gli aspetti positivi di una soluzione del genere sarebbero ascrivibili alle "alte prestazioni, dalla durata estremamente ridotta dei cicli di intervento, con conseguente immediata fruibilità degli ambienti trattati, dall’assenza di tossicità residua tipica dei disinfettanti chimici", il che garantirebbe la "riproducibilità della procedura anche in ambienti altamente contaminati".

Infine, chiude il dottor Dattoli precisando che il progetto "potrà adattarsi anche agli scenari futuri con un respiro più ampio di contrasto alle infezioni ospedaliere".

Le dichiarazioni sono riportate in "FoggiaToday".