Il Nespolo, dall'Estremo Oriente al Sud Italia

In India questa pianta è definita "regina delle erbe medicinali". Sempre in Asia, è molto adoperata nella medicina buddista. Al mondo ne esistono due varietà. Una è originaria dell'Europa ed è la "Mespilus Germanica". L'altra è diffusa nel Mezzogiorno d'Italia e il suo nome scientifico è "Eriobotrya japonica".

Ci riferiamo al Nespolo. Il primo è detto Nespolo comune mentre il secondo è il Nespolo in genere associalato al Giappone. In realtà, l'albero è nativo delle regioni orientali della Cina e, a partire da qui, si è affermato anche nel Paese del Sol Levante, dove è stato oggetto di una rigorosa cura. Arriva nel Vecchio Continente nel corso del XIX secolo. Albero sempreverde, di solito, raggiunge i 5 metri di altezza, ma, nelle giuste condizioni, alcuni esemplari possono arrivare anche a misurarne 10.

Ha numerose proprietà, tra cui analgesiche, antibatteriche, antiemetiche, antivirali, diuretiche ed espottoranti. Il decotto ha caratteristiche astrigenti. È utile contro febbre e tosse. Contiene acido ascorbico, beta carotene, vitamine A, B1, B2, B3, C, calcio, ferro, magnesio e potassio. La prima pianta del genere nel nostro Paese fu coltivata a Napoli, nel 1812, nell'Orto Botanico locale. Fiorisce ad inizio anno ed è del tutto maturo tra maggio e giugno. Il suo miele è molto pregiato.

Nella penisola si produce soprattutto in Sicilia e in Calabria. Le diverse cultivar siciliane sono il nespolone rosso precoce (di Ciaculi), il bianco gigante, il vaniglia, il rosa tardivo, di Ferdinando, quello di Ficarazzi e di Trabia. Sono tutti concentrati nella provincia di Palermo. La polpa può essere di diverse sfumature di giallo o arancione; il gusto è dolce, anche se un po' acidula. Il legame con l'isola del Mediterraneo è dimostrata anche dall'omaggio letterario opera di Giovanni Verga nel suo "I Malavoglia", dove l'abitazione dei protagonisti è detta "Casa del Nespolo".