L'uva degna di un Re che arriva da Napoli

La Campania può vantare una tradizione agroalimentare di tutto rispetto, che si perde nella notte dei tempi. Ne è parte, a giusto titolo, quello che è ormai uno dei prodotti tipici regionali e che arriva dalla sua provincia. Buono da mangiare, ottimo per produrre vino. Stiamo parlando della Catalanesca.

Si tratta di un'uva che si è guadagnata l'indicazione geografica protetta solo di recente. Il riconoscimento risale al 2011, ma questa infruttescenza cresce nell'area vesuviana da molto tempo prima. Infatti, il suo arrivo alle pendici del Vesuvio è databile al XV secolo, quando Re Alfonso V d'Aragona la trapiantò dalla Spagna nella provincia di Napoli. Da allora è iniziata una storia dal gusto fantastico che non ha mai smesso di essere raccontata.

Perciò, la denominazione è dovuta alla zona di provenienza, dato che il vitigno giunse nel Sud Italia dalla Catalogna, la storica regione iberica. Fu impiantato sul Monte Somma, il rilievo che costituisce la parte settentrionale del complesso vulcanico che si chiama Somma-Vesuvio. Ancora oggi, si coltiva nei territori dei comuni di Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, San Sebastiano al Vesuvio, Sant'Anastasia, San Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana e Terzigno.

Questi comuni sorgono tutti a ridosso del Monte Somma, dove il terreno di origine vulcanica, ricco di minerali e sostanze nutrienti, favorisce la vinificazione. La raccolta avviene tra ottobre e novembre, ma questa varietà può rimanere sulla pianta, pure, fino al termine dell'anno. La parte eccedente che non si adopera per fare il vino è usata come uva da tavola. Le bacche hanno un colore dorato e un gusto dolce e la trasformazione in vino è resa più semplice dall'alto contenuto di zucchero.

Le caratteristiche organolettiche che la contraddistinguono sono il colore giallo paglierino e i profumi e i sapori fruttati e minerali, propri dell'agro vesuviano. Riconoscibile il sentore dell'albicocca (altro frutto caratteristico del posto, la vesuviana "pellecchiella") e di mandorla. Per quanto riguarda gli aromi floreali, si notano l'acacia, la ginestra e la magnolia. È consigliabile l'abbinamento con quelli che sono piatti della cucina campana, come gli gnocchi alla sorrentina oppure con alimenti come il caciocavallo, la mozzarella di bufala e la provola. Inoltre, si suggerisce l'accostamento al capretto con le patate e con il provolone del monaco e colatura di alici.

Insomma, se amate i buoni sapori del Mezzogiorno d'Italia e la convivialità che solo il cibo e il bere possono garantire, allora, la Catalanesca è un tesoro da non farsi assolutamente scappare.