29 febbraio: origine e superstizioni

Il Sud Italia è terra di tradizioni e, anche, di superstizioni. Alla giornata odierna, 29 febbraio, è associato il detto "Anno bisesto, anno funesto". Perché questa reputazione? E da dove nasce l'esigenza di un giorno in più?

Già nell'antichità ci si rese conto che l'anno solare non coincideva con il calendario. Così, in base ai calcoli dell'astronomo Sosigene di Alessandria, Giulio Cesare introdusse le 24 ore in più. Il problema era che i romani associavano febbraio al culto dei defunti. Da qui la cattiva nomea.

La discrepanza tra il tempo che impiega la Terra per completare la sua rotazione intorno il Sole e il calendario continuò a causare "fastidi" anche nei secoli successivi finché fu Papa Gregorio XIII a stabilire la necessità del 29 febbraio, così da evitare, ad esempio, di finire per celebrare la Pasqua in estate.

In pratica, ciò che "da vita" al giorno in più sono le ore che si accumulano ogni 4 anni, visto che l'esatta rotazione del nostro pianeta intorno al Sole avviene in 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi e, invece, i giorni dell'anno sono "solo" 365.

Una curiosità che caratterizza questa data è che, nei paesi anglosassoni, rispetto a quelli che affacciano sul Mediterraneo, si crede che l'anno bisestile sia fortunato. Ad esempio, per gli irlandesi, oggi è il "leap day" (giorno del salto), durante il quale le ragazze possono chiedere ai fidanzati di sposarle. Se questi rifiutano, devono regalare loro 12 paia di guanti, uno per ogni mese in modo da nascondere la mano ancora senza anello.