Pierfrancesco Favino il lutto che lo ha completamente devastato: "Mi sono scollegato dalla realtà"

Pierfrancesco Favino, è uno degli attori italiani più amati in Italia e all'estero la sia carriera è costellata di successi, grazie al suo straordinario talento e alla sua innata presenza sul palco: la capacità di immedesimazione di Favino nei personaggi che interpreta gli ha dato moltissima visibilità.

Nato a Roma il 24 agosto 1969, cresciuto nel capoluogo dei genitori Candela, nel foggiano, laureato nell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, Pierfrancesco Favino ha avuto la sua formazione frequentando la scuola di Ronconi e Costa e la sua professionalità gli ha permesso di lavorare fianco a fianco con gli attori hollywoodiani come Brad Pitt e Ron Howard e con registi premio Oscar come Spike Lee, Fernand Ozpetek, ma anche con i nostri grandi registi come Carlo Verdone e Gianni Amelio, solo per citarne alcuni.

Per il suo talento è stato selezionato per l'Academy Award 2020 un  privilegio a cui prima di lui sono giunte Francesca Archibugi, Maria Sole Tognazzi e Cristina Comencini, al momento della premiazione Favino era visibilmente emozionato: "Orgoglioso di essere parte di questo gruppo di grandi professionisti e professioniste del cinema italiano"
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Molti sono i riconoscimenti assegnati a Pierfrancesco Favino, tre David di Donatello, cinque Nastri d'Argento e la Coppa Volpi, del suo lavoro ha detto:  "Ho fatto la gavetta, per fortuna. Ho sempre fatto l'attore con gioia. In questo mestiere poi c'è anche una grande componente di fortuna. La nostra professione va a ondate. In questo momento lavoro tanto, magari un momento non andrà così"- ha raccontato così Pierfrancesco - "Quello che faccio mi fa stare meglio."
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Ma ci sono stati anche momenti molto bui nella vita dell'attore così ben voluto, proprio sul set di El Alamein - La linea del fuoco, fu avvertito della morte del padre, che lo spezzò in due dal dolore, come lui stesso ha raccontato in una bellissima intervista a Vanity Fair: "Sono in il deserto nei panni del sergente Rizzo sul set del film El Alamein. Un assistente di produzione si avvicina a me e mi lancia uno sguardo strano. 'Chiama tua sorella,' mi dice, poi abbassa gli occhi. Torno al trailer e li chiamo. 'Papà se n'è andato', sussurra. Mi disconnetto e ho un momento di totale distacco dalla realtà. Mi guardo allo specchio, c'è un ragazzo nell'immagine riflessa che mi somiglia, vestito in modo strano. Esco all'aria aperta. Mi chiedono se voglio continuare. Mi hanno già permesso di andarlo a trovare in precedenza e so che non potrò ripartire. Decido di girare. Mentre aspetto il mio turno sulla sedia, il dolore mi attraversa a ondate. Mi fa male, e prima che ritorni come una fitta, lascia spazio a un'assurda euforia. Mi sento come una balla di fieno trasportata dal vento in un film western. Quando torno a casa, al posto di mio padre c'era una pietra con il suo nome sopra". Pierfrancesco racconta che suo padre non era d'accordo che facesse questo tipo di carriera, ma cambiò idea non appena vide le capacità straordinarie di suo figlio.
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