Meravigliosa scoperta nelle acque del Sud: la storia non finisce mai di raccontare

Sembra che il 2020 sia un anno pieno di ritrovamenti storici, quasi a sottolineare quanto l'antichità del nostro paese sia ancora disposta a raccontare storie, che queste storie non possano mai terminare: Molo borbonico (Napoli), Cannone di Epoca Borbonica (Porto di Salerno), i due "corpi" (Pompei)

Un cannone risalente al Diciottesimo Secolo è stato ritrovato nella foce del fiume Akragas a San Leone, in provincia di Agrigento, Sicilia. Il reperto è stato rinvenuto a ben sette metri di profondità da un sub del Gruppo Operativo Subacqueo di San Leone, portato a riva ha attirato tantissimi curiosi. Il cannone adesso sarà restaurato per rendere possibile la visione a chiunque volesse.

Un altro ritrovamento è avvenuto anche a Licata, questo Agosto, di una relitto quasi interamente coperto da reti di pescatori nelle acque della città, ad una profondità di 30 metri: "Non ancora chiara la tipologia del relitto che appare insabbiato. Le scarse condizioni di visibilità e la forte corrente marina hanno reso le operazioni subacquee molto complesse. Il reperto è stato individuato nel momento finale dell'immersione, dopo circa mezz'ora di stazionamento sul fondale, quando i sub avevano quasi terminato l'aria nelle bombole" spiega in una nota il referente del Gruppo Archeologico Finziade.

Successivamente si è ipotizzato che la nave fosse risalente al XVII secolo ed ora è nota come il relitto di Scoglio Bottazza che verrà recuperato e messo in un museo grazie allo stanziamento di un milione di euro messo a disposizione della Sovraintendenza del Mare della Regione Sicilia. L'ente attiverà le procedure adatte al recupero degli altri possibili reperti presenti nella zona, essendo questa una zona di frequenti naufragi causati dal rilievo roccioso a 3 metri di profondità che ha, appunto, il nome di Scoglio Bottazza.

"Un attività resa possibile grazie all'importante lavoro di ricerca effettuato dalla Sovraintendenza del Mare della Regione, diretta da Valeria Livigni, che curerà tutte le fasi che porteranno al recupero, al restauro e all'esposizione, all'interno di uno spazio museale, del prezioso relitto. L'intervento di musealizzazione offrirà un ulteriore elemento di attrattività in un territorio  che è particolarmente ricco di testimonianze archeologiche e ambientali."