Incredibile ritrovamento al Sud: scoperto un molo borbonico nel cantiere di un porto

Un importantissimo ritrovamento archeologico è avvenuto a Napoli, precisamente al Molo Beverello, dove i lavori di costruzione della nuova Stazione Marittima sono fermi da alcuni giorni. Qui, infatti, durante gli scavi, è emerso un molo che risalirebbe probabilmente all'epoca borbonica. La scoperta ha fatto scattare le procedure abituali, ossia lo stop ai lavori e il filo diretto tra Autorità Portuale del Mar Tirreno Centrale e Soprintendenza ai beni archeologici di Napoli. Quest'ultima, attualmente, sta effettuando i rilievi.

Ai microfoni dell'ANSA, il presidente dell'autorità portuale Pietro Spirito ha rilasciato queste dichiarazioni: "Nel corso dei lavori abbiamo scoperto nei giorni scorsi una parte di un molo borbonico della lunghezza di circa 50 metri e ora con la soprintendenza stiamo lavorando per rendere compatibile questo ritrovamento con lo sviluppo del cantiere, che deve essere garantito. Abbiamo terminato gli scavi previsti in tutta l'area dopo la demolizione della vecchia stazione marittima e proprio nell'ultima parte degli scavi è stato rinvenuto il molo".

Spesso, questo genere di ritrovamenti avviene proprio così, per puro "caso". Un evento simile è stato registrato di recente anche in Sicilia, a Caltavuturo (Palermo), in un tratto della via Catina-Thermae, una delle strade più importanti della Sicilia romana, di collegamento tra Catania e Termini Imerese, dove è stata rinvenuta una strada romana del II-III secolo dopo Cristo.

Il ritrovamento è eccezionale soprattutto per un motivo, e a spiegarlo sono state Lina Bellanca, soprintendente dei Beni culturali di Palermo, e Rosa Maria Cucco, l’archeologa che ha diretto gli scavi: “Consiste principalmente nel fatto che siamo di fronte all’unico tratto di strada romana costruita sull’Isola, fino ad oggi attestato. Altro dato straordinario è la coincidenza della strada appena scoperta con la Statale 120 “dell’Etna e delle Madonie“; il tratto stradale romano, di cui si conserva solo la massicciata (statumen) sottostante il basolato, certamente divelto dai secolari lavori agricoli corre, infatti, parallelo alla SS 120 e a una quota di poco inferiore confermando, almeno tra il Km 36 e il Km 37, una corrispondenza tra le due strade prima d’ora solo ipotizzata dagli studiosi di topografia antica”.