Il borgo immerso nelle valli montane, teatro di eventi straordinari del Sud

Piaggine è un borgo della provincia di Salerno, Campania. Un luogo perfetto per chi ama la natura e vuole concedersi un momento di relax. Questo borgo è colmo di luoghi naturalistici, di praterie prevalentemente montane, create dagli abitanti per il bisogno di campi coltivabili, ma non solo. Esistono paesaggi naturalistici bellissimi come: la Foresta dei Temponi; il Fiume Calore; la Cima di Mèrcori; il Monte Cervati e il Monte Motola.

  • La foresta dei Temponi è una serra del Monte Cervati che si estende per migliaia di ettari a quota 1.770 metri. Una foresta che da rifugio ad una fauna molto variegata, vari esemplari di volatili come il picchio nero, il gracchio corallino. Ma anche lupi, gatti selvatici e lepri italiche. In primavera fioriscono numerosissime specie di orchidee, così che tutta la foresta diviene estremamente colorata.
  • Il Fiume Calore un corso d'acqua montano che nasce dalle sorgenti del Monte Cervati, le rocce erose dall'acqua creano delle gole, chiamate "Marmitte Giganti", delle cavità a semicerchio molto particolare. Queste gole ospitano lontre e Salamandrine.
  • Cima di Mèrcori una montagna che va visitata anche solo per vederne la forma: sembra un panettone gigante
  • Monte Cervati è il monte più alto della Campania, con morfologia tipica dell'ambiente Carsico (inghiottitoi, sorgenti e corsi d'acqua temporanei). La sua somma da accesso ha un panorama mozzafiato di pianure e montagne, ma lì si può ammirare anche la Cappella e una Grotta dedicate entrambe alla Madonna della Neve. La Grotta ha un balcone naturale che permette, nell'assoluto silenzio l'ascolto del canto degli uccelli.
  • Monte Motola ha delle splendide sorgenti che derivano dalle acque del Torrente Sammaro, ha una flora diversificata sui due versati, se da un lato troviamo un territorio brullo e roccioso, dall'altro versante troviamo boschi di latifoglie e faggi, con abeti bianchi davvero enormi.

Piaggine venne fondato nei primi anni del 1000, chiamato in principio Chiaìne Soprane (distinguendolo da Chiaìane Sottane) che deriva dalla ghiaia presente su tutto il territorio residuo delle antiche alluvioni, successivamente però fu chiamato Laurino Soprano. Quest'area è stata anche teatro dello scontro tra i giacobini filofrancesi e i fedeli sudditi del Regno Borbonico dal 1806 al 1815.

I francesi nell'Ottobre del 1806 i francesi mossero una rappresaglia molto sanguinaria in questi territori bruciando qualsiasi cosa, anche la Chiesa di San Nicola, dopo averla saccheggiata; questo accadde come punizione per la rappresaglia organizzata portato da Nicola Tommasini sovvenzionato da Maria Carolina, Regina di Napoli.

Quando nel 1815 torna Ferdinando di Borbone, Nicola Tommasini riprovò l'incursione a Laurino ancora nelle mani dei giacobini, ma il Tenente Gaetano Puglia e il suo reggimento lo fermarono; il Tenente venne aggredito per rappresaglia nel Luglio del 1815 al grido" Viva Ferdinando e Morte ai Giacobini", per poi essere bruciato vivo nella casa in cui stava tentando di curarsi.