Il centro meridionale perla del Rinascimento

È una cittadella fortificata sorta su un antico borgo, la cui storia si intreccia con quella di una famiglia aristocratica. Ci riferiamo ad Acaya, in Puglia.

La località è una frazione del comune di Vernole, che fa parte della provincia di Lecce. È un paese fortificato, con schema viario a maglia ottagonale che risale al XV secolo. Nel 1536, a partire dal villaggio di Segine, l'architetto militare Gian Giacomo dell'Acaya costruì questo esempio di perferzione rinascimentale.

La sua famiglia aveva ricevuto in dono il feudo da re Carlo II d'Angiò, nel 1294. L'attuale nome fu assunto con Gian Giacomo, il quale innalzò una cinta muraria dotata di bastioni e baluardi, oltre a dotare di ponte levatoio il castello edificato da suo padre. Tra i diversi siti, a parte il maniero, sono da visitare la cinta muraria, il fossato, la porta monumentale di accesso al quartiere medievale e la chiesa in onore della Madonna della Neve. Ogni 1^ domenica del mese ospita il mercato del baratto e dell'usato, il 1^ venerdì di marzo si celebra la festa della Madonna Addolorata (durante la quale si tiene la sagra dei "pampasciuni", i lamponi), a metà agosto si svolge il corteo storico e la festa rinascimentale (con annessa giostra) e la 1^ domenica di settembre si festeggia il Patrono, Sant'Oronzo.

Al di là dell'indiscutibile valore storico-culturale, il luogo e le personalità ad esso collegate affascinano anche perché sono al centro di alcuni racconti fantastici. Innanzitutto, si suppone che la fortezza cittadina possa ospitare dei fantasmi. Infatti, nel corso degli anni, durante diversi lavori di ristrutturazione, sono state ritrovate delle tombe. In una prima occasione, dal lato nord della struttura, sono riaffiorati i resti di un edificio di culto bizantino, dove sono state trovate delle sepolture violate. In una seconda, scavi nei pressi della scuderia, hanno portato alla luce loculi, qualcuno sostiene di soldati. Sia come sia, nel 2016, per queste ragioni, l'Associazione Italiana Ricercatori del Mistero è stata sul posto. Un altro fantasma, quello di Giangiacomo dell'Acaya infesterebbe, invece, il castello di Carlo V, a Lecce. L'ingegnere militare fu al servizio dell'imperatore d'Asburgo e, dietro sua richiesta, ristrutturò proprio quel fortilizio in cui, poi, morì. Purtroppo per lui, aveva garantito in prima persona per un prestito dato ad un suo conoscente. Quando questi non pote ripagare, fu lui a finire nelle prigioni che egli stesso aveva progettato. Qui spirò e, a quanto pare, ancora oggi, vaga inquieto in loco.

Da Acaya, inoltre, è possibile avventurarsi nel circondario per poter godere delle bellezze del posto. Bastano 10 minuti di auto per raggiungere Vernole, dove c'è il suggestivo frantoio ipogeo Caffa, già in funzione nel 1576. Qui, sembra che vivessero gli uri, dei folletti dispettosi che, dopo aver mangiato e bevuto, infastidivano gli abitanti del posto. Al contrario, andando verso la costa, in 20 minuti si arriva a Roca Vecchia, dove è presente una notevole area archeologica e numerose grotte. In una di queste, la Grotta della Poesia, santuario della divinità messapica Taotor, si racconta facesse il bagno in acque miracolose una bellissima principessa. Tale era la sua bellezza che i poeti arrivavano da tutto il Sud Italia per ammirarla ed essere ispirati nella realizzazione dei loro componimenti. In conclusione, Acaya è una perla del Meridione che vale la pena visitare, per godere dei suoi tesori, ma pure come punto di partenza per scoprire quelli dei dintorni. Una volta superata l'emergenza dovuta al Covid 19, è una delle mete del Mezzogiorno d'Italia da tenere in considerazione.