Il borgo meridionale che incantò Ulisse

Al termine della guerra di Troia, il mitico eroe omerico vagò in mare per altri 10 lunghi e difficili anni prima di tornare ad Itaca.

L'ultima tappa prima del rientro in patria di Ulisse fu rappresentata dall'isola dei Feaci, quella che potremmo definire "locus amoenus", una definizione che, in letturatura, serve ad indicare un posto bellissimo. Ebbene, secondo alcuni, tale località non sarebbe altro che la splendida Scopello, frazione del comune di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani.

Questo piccolo centro costiero della Sicilia si è sviluppato intorno ad un baglio, cioè una masseria con cortile interno ed un unico grande portone, che la tradizione locale vuole essere stato costruito in epoca normanna, ma in realtà dovrebbe risalire al XVI secolo (o addirittura dopo). Tuttavia, il borgo ha origini molto più antiche. Nella zona, la presenza umana è attestata all'incirca a 12.000 anni fa, come testimoniano ritrovamenti all'interno della grotta dell'Uzzo, che si trova nella vicina riserva naturale dello Zingaro. Si tratta di una delle spelonche mesolitiche più significative nel nostro Paese.

L'intera area nord-occidentale siciliana fu colonizzata dal popolo degli Elimi, composto, pare, anche da esuli della città di Troia, fuggiti dopo la distruzione dovuta ad Ulisse e compagni. Il nome della cittadina deriva dal greco "skopelòs", vocabolo traducibile con "scoglio" e che si riferisce ai 2 maestosi faraglioni che si possono ammirare nelle acque della baia del posto. Fondata, quindi, in epoca ellenistica, ha visto poi avvicendarsi romani, islamici, normanni, in un percorso condiviso con quella che è stata la storia dell'isola. La prima attestazione del termine ellenico risale ad un documento del 1097. L'attuale borgata risale al XVII secolo mentre quella più antica sembra sia stata distrutta, nel IX secolo, dai saraceni. Il territorio divenne riserva di caccia reale per volere di Ferdinando II di Borbone e gli scopellesi diedero filo da torcere alle forze sabaude, tra il dicembre 1862 e il gennaio 1863.

Fin da tempi antichissimi, qui si praticava la pesca del tonno e, non a caso, c'è chi afferma che la mitica città di Cetaria fosse in realtà Scopello o sorgesse lì dove ancora oggi c'è la Tonnara. È plausibile che tale struttura esistesse già nel XII secolo. Da allora, ha avuto diversi proprietari tra cui la famiglia Florio, nota per essere stata una delle prime a produrre tonno in scatola. Una delle attrazioni in loco è la torre della tonnara, costruita dai coloni lombardi, cui Federico II aveva concesso il paese. Sulla spiaggia si possono vedere le antiche ancore, utilizzate durante la pesca.

A parte per il mare, si consiglia di visitarlo non solo per il baglio e la tonnara, ma pure per la chiesa di Santa Maria delle Grazie e per gustarsi l'ottimo "pane cunzato", il pane condito con acciughe, formaggio primo sale, olio, origano, pomodoro a fette e sale. Nelle sue limpide acque, ideali per immersioni e snorkeling, si trovano i relitti di due imbarcazioni, il Kent e il Capua. Il primo è affondato nel 1978, invece il secondo nel 1943 ed era una nave che trasportava munizioni. Sono entrambi ben conservati e "integrati" con la fauna e la flora locale. Nelle vicinanze c'è la cosiddetta grotta di Santa Margherita, dove si trovano due affreschi sacri (per l'appunto, Santa Margherita e una Madonna con il bambino). Sarebbero opera di marinai liguri, naufragati sul posto, ma scampati alla morte. Sono state realizzati su quello di uno squalo che, è probabile, fosse stato dipinto dagli abitanti del luogo per esorcizzare eventuali problemi una volta che si usciva in mare. Infine, la bellezza della zona è servita a renderla anche set cinematografico. Qui sono state girate alcune scene della puntata "Il senso del tatto" de "Il Commissario Montalbano" e del film "Ocean's Twelve", con Brad Pitt, George Clooney e Matt Damon.