Giovanni Falcone: storia di un eroe meridionale

Oggi avrebbe compiuto 81 anni se la sua vita non fosse stata interrotta, in maniera tragica e violenta, con la strage di Capaci del 23 maggio del 1992.

Giovanni Falcone è un eroe del nostro Paese, nato in Sicilia, splendida terra per la quale ha combattuto tutta la sua vita. Una lotta contro lo stereotipo che vuole le nostre zone schiave delle loro pecche, ma anche una battaglia per opporsi a quelle persone che, in effetti, rovinano quanto di bello c'è al Meridione.

Lo omaggiamo tracciandone un ritratto. Per ricordarlo, ma non solo. Anche, per aiutare a conservare la sua memoria, un tesoro per i tanti onesti cittadini dell'intero Mezzogiorno d'Italia che, ogni giorno, lottano e vivono in maniera dignitosa. Il magistrato nasce nel 1939 nel rione Kalsa di Palermo, luogo di cui era originario anche il collega e amico Paolo Borsellino. Si laurea in giurisprudenza e, a 25 anni, è già magistrato. Sembra, però, che, in un primo momento, volesse intraprendere la carriera militare. Professionista esperto e innovativo, è uno dei primi a comprendere l'importanza di svolgere indagini sui flussi di denaro, per poter contrastare la criminalità organizzata.

È tra i fondatori del "pool antimafia", insieme ai colleghi Borsellino, Antonio Caponnetto, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta. L'idea di creare una squadra è ispirata dall'operato di Rocco Chinnici, giudice vittima della bruatalità della mafia. Il pool consente di mettere insieme le diverse competenze, di tracciare un piano d'azione unitario e di evitare che il decesso di uno dei membri interrompa le investigazioni. Una delle più grandi vittorie ottenute è rappresentata dall'esito del maxi processo iniziato il 16 dicembre 1987, che terminò con 19 ergastoli e 2.665 anni. Quel successo lo rese il nemico pubblico numero uno per i mafiosi. Scampò ad un primo attentato il 21 giugno 1989. Purtroppo, non accadde lo stesso in occasione degli eventi di Capaci. L'esplosione di un tratto dell'autostrada A29 causò la sua morte e quella della sua scorta. Ad ordinare l'attentato fu il boss Salvatore Riina. Lui e gli altri mandanti e gli autori materiali furono, poi, condannati (ricoridamo Bernardo Brusca e Bernardo Provenzano). Se vogliamo, un ulteriore trionfo merito suo, contro il nemico di una vita, anche se a costo della propria esistenza. Eccellenze Meridionali celebra con questo pezzo una personalità esemplare, tra quelle per le quali è più che giusto sentirsi orgogliosi di essere meridionali.