Mercoledì delle Ceneri, tra fede e folclore

Le Ceneri cadono il mercoledì successivo al Martedì Grasso. In questo giorno inizia il periodo di Quaresima e termina quello di Carnevale.

La denominazione si riferisce al rito liturgico che consiste nel cospargere sul capo o la fronte dei fedeli della cenere, ottenuta dalla combustione dei rami d'ulivo benedetti in occasione della Domenica delle Palme dell'anno precedente. Mentre fa ciò, il celebrante esclama: "Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris" ("Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai") oppure "Paenitemini, et credite Evangelio" ("Convertiti e credete nel Vangelo").

La liturgia relativa a questa celebrazione interessa, come ovvio che sia, anche il Papa in prima persona. Il rito è antico, probabile che sia precedente al VI Secolo d. C. e che si svolgesse in silenzio. Era il cardinale protovescovo a tracciare la croce di cenere sulla testa del Pontefice, nella basilica di Sant'Anastasia al Palatino.

Mercoledì delle Ceneri Julian Falat
"Mercoledì delle Ceneri" di Julian Falat, acquerello, 1881.

Da qui iniziava, poi, una processione che terminava alla prima stazione quaresimale della basilica di Santa Sabinia sull'Aventino, dove si teneva la messa stazionale e l'omelia del Papa. La tradizione si è interotta nel XVIII Secolo, ma è stata ripresa da Giovanni XXIII, nel 1962. Tra le tante consuetudini del Sud collegate a questa giornata ricordiamo che, in Campania, gli abitanti di Sant'Anastasia erano soliti recarsi sul Monte Somma per la Scampagnata delle Ceneri, che seguiva il percorso della Via Crucis lungo il Parco Nazionale del Vesuvio.

Mercoledì delle Ceneri Pieter Bruegel
"La lotta tra il Carnevale e la Quaresima" di Pieter Bruegel il Vecchio, olio su legno di quercia, 1559.

Altra regione meridionale dove si svolgono eventi relativi è la Sardegna. Nella Barbagia di Ollolai si tiene l'Intinghinzu, una parodia del rito cattolico mentre a Ovodda si svolge il "Mehuris de Lessia", durante il quale maschere a galoppo di asini si esibiscono in una "sfilata" in cui gli "intintos" e gli "intinghidores" (tinti e tintori) sporcano di sughero bruciato detto "zinziveddu" gli astanti. Lo stesso succede a Tiana, in provincia di Nuoro.