Sud in festa: il Carnevale di Putignano

Il Sud e le tradizioni. Un binomio fortissimo. Tra le tante, una consuetudine molto sentita è quella del Carnevale. Nel Meridione, uno dei più famosi si svolge in Puglia, per la precisione nei pressi di Bari. Ci riferiamo a quello di Putignano, il più lungo e tra i più antichi d'Europa.

Le origini del Carnevale di Putignano, tra storia e leggenda

La celebrazione risale al Medioevo e come data di riferimento si assume il 26 dicembre 1394. In quell'occasione avviene il trasferimento del corpo di Santo Stefano protomartire dall'abbazia di Monopoli alla putignanese chiesa di Santa Maria la Greca. Le ragioni dello spostamento sono legate alla volontà di salvaguardare le reliquie del Beato dal pericolo saraceno. Infatti, la zona è sotto la costante minaccia dei pirati, che depredano i centri e li privano anche dei resti e degli oggetti sacri. A questo punto, il racconto fonde storia e leggenda perché si narra che, al passaggio delle spoglie, i contadini impegnati nell'innesto delle viti con la tecnica delle propaggini lasciassero perdere il lavoro e iniziassero a seguire il corteo. Una volta arrivati a destinazione, si diedero a balli, canti e recita di filastrocche in vernacolo a danno delle più importanti personalità cittadine. Nasce così la festa, per l'appunto, delle Propaggini che segna l'avvio dei festeggiamenti che dureranno fino al Mercoledì delle Ceneri.

Le Propaggini

Nel giorno di Santo Stefano prende, quindi, il via il programma di riti che culmineranno nel Martedì Grasso. Il tutto incomincia con la processione in onore del primo martire della Chiesa Cattolica, durante la quale il presidente del Comitato Feste Patronali cede a quello della Fondazione Carnevale di Putignano un cero. Il passaggio di mano indica una richiesta di perdono in vista dei peccati che si compiranno, fino a Carnevale. A questo punto, inizia la vera e propria festa con l'esibizione di gruppi di poeti dialettali che, travestiti da contadini e con arnesi da lavoro, recitano i "cippon", versi sarcastici a danno di politici e personaggi del posto. Gli artisti sono conosciuti come "propagginanti" e si sfidano in piazza Plebiscito, dove piantano il ceppone, emblema dell'evento dal doppio significato dato che rappresenta una pianta di vite e ricorda anche un fallo, chiara metafora della natura vivace e allusiva che avranno i versi.

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Carro allegorico per l'edizione del 2009.

La seconda fase del Carnevale

Questo primo periodo che sottolinea quella che è radice agreste delle celebrazioni si protrae fino al 17 gennaio. Da Sant'Antonio Abate in poi, si entra in un secondo momento contraddistinto dalla centralità dei "giovedì" che scandiscono l'avvicinarsi della festa in maschera. Da segnalare che, in occasione della Candelora (il 2 febbraio), a parte il tradizionale rito cattolico della benedizione delle candele, si tiene la "Festa dell'Orso", una rappresentazione teatrale nel corso della quale l'animale costituisce un avversario a cui dare la caccia, ma anche un buon auspicio perché la sua uccisione preannuncia l'arrivo della nuova stagione. Comunque, in passato, ogni giovedì aveva luogo nei "Jos'r", le cantine e i sottani del centro storico dove si passava il tempo a mangiare, bere, ballare e cantare. Invece, oggi, ognuno è dedicato ad una categoria di persone, ad uno strato sociale che è schernito. Si va dalle beffe a danno dei monsignori e delle monache fino a quelle ai pazzi (i giovani, ancora senza moglie) e ai cornuti (gli uomini sposati). A questa particolare tipologia di individui è riservato il culmine di tale "conto alla rovescia" e cioè il "Giovedì Grasso".

Il Giovedì dei Cornuti

Quanto accade nell'arco della giornata è "merito" di quella che è una singolare istituzione del carnevale putignanese, ovvero l'Accademia dei Cornuti. Questa deve individuare coloro i quali si sono distinti per particolari qualità nei settori professionali e sociali in cui operano e assegnare loro il titolo di "Gran Cornuto dell'anno", in riferimento al detto locale che attribuisce alle persone molto meritevoli tale locuzione. Alla prime luci dell'alba gli accademici raggiungono la casa del "fortunato", nella marcia detta "corneo". Dopo una colazione a base di cornetti e latte di toro, si ha la proclamazione nella chiesetta sconsacrata di Santo Stefano Piccolo. Poi, i festeggiamenti proseguono con la sfilata in mantello nero e cilindro "cornuto", durante la quale si ha l'invito al "pubblico ammasso". Ci si ritrova, perciò, in piazza Plebiscito dove si procede al taglio delle corna, grazie ad esperti "parrucchieri", così da liberarsi dal loro peso. Infine, il tutto si conclude con la degustazione di prodotti locali mentre vanno in scena spettacoli musicali, balli tradizionali e gare podistiche.

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Sfilata di un carro per le vie cittadine nel 2014. Tema di quell'anno "Giuseppe Verdi".

La conclusione della festa

Il lunedì che precede il Martedì Grasso è quello che vede figuranti travestiti da sacerdoti impartire al Carnevale l'estrema unzione. Il giorno dopo, di sera, per le strade del centro, si snoda una vera e propria processione funeraria. Il "deceduto" è rappresentato da un maiale in cartapesta a cui è dato fuoco, fino a che non rimane solo la cenere dell'imminente Quaresima. L'ora che precede la mezzanotte è trascorsa all'insegna di un tuffo nel passato. Un tempo, la conclusione del periodo festivo era annunciata dai 365 rintocchi del campanile della Chiesa Madre, che chiarivano come fosse terminato il periodo degli eccessi e che iniziava quello della penitenza. Dal 1997, questa tradizione è stata "ripresa" con la cosiddetta "campana dei maccheroni", una struttura in cartapesta che riproduce, grazie ad una registrazione, i tocchi della torre campanaria. Perciò, l'ora che precede la mezzanotte è trascorsa assaggiando maccheroni al sugo di pomodoro con salsiccia, gustando un bicchiere di vino e ballando. Allo scoccare della mezzanotte, 2 officianti cospargono il capo dei presenti con un pizzico di cenere che annuncia l'arrivo della Quaresima.

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L'allegria del Carnevale di Putignano nel lancio di coriandoli da un carro, edizione 2013.

I carri allegorici

Tratto distintivo del Carnevale di Putignano sono i carri allegorici. La realizzazione comincia 4 mesi prima della celebrazione con lo sviluppo dei bozzetti che li riguardano, che includono descrizione del tema e dei dati tecnici. La struttura è in ferro e sono fatti di cartapesta. La lavorazione avviene nei capannoni dei maestri cartapestai, delle vere e proprie fucine di idee e talento. Nelle botteghe dei maestri, gli apprendisti si dedicano a dare vita alle maschere di carattere. La costruzione richiede molto tempo e inizia con la creazione di una sagoma di argilla. Segue un calco in gesso su cui si fa colare del gesso caldo che, una volta raffreddato, permette di staccare l'argilla e apporre la cartapesta. Realizzata con carta di giornali, questa è applicata con la colla composta da acqua e farina, quindi tagliata in striscioline sottili mentre il calco è rivestito di olio. In tal modo, la cartapesta si staccherà in modo semplice una volta asciutta e avrà la stessa forma della sagoma iniziale. La si riveste di carta cemento e, per concludere, la si dipinge con colori idrosolubili.

Novità tecniche: dalla cartapesta ai movimenti elettronici

L'introduzione della cartapesta come materiale principale risale agli anni '50 del XX secolo. Fino ad allora i carri erano di ridotte dimensioni con pupazzi in paglia e stracci. Per l'adozione del nuovo prodotto è decisiva l'azione di Armando Genco, artigiano che con la sua intuizione favorì la produzione di strutture più leggere e più grandi. Costui adopera la cartapesta per la prima volta nel 1946, 4 anni dopo sperimenta i primi movimenti e, nel 1953, usa l'argilla. Oggigiorno, grazie alla tecnologia informatica, i movimenti sono diventati sempre più complessi e spettacolari. I carri allegorici portano in scena questioni d'attualità e di rilievo nazionale e internazionale in una chiave ironica. Dal 2013, il tema è comune per tutti i partecipanti.

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Un Farinella dall'edizione del 2013.

La maschera per eccellenza: Farinella

Simbolo del Carnevale di Putignano è Farinella. Questa maschera deve il nome alla farina a base di ceci e d'orzo, tipica della cucina locale. Il suo look subisce una radicale trasformazione negli anni '50 del secolo scorso per volontà dell'allora presidente della fondazione che si occupa dell'evento, il commendator Elefante. Questi chiede al grafico Domenico Castellano di trasformare quell'ubriacone dai vestiti logori in qualcosa di diverso. Castellano creò, così, una figura a metà tra Arlecchino e il Jolly delle carte francesi, un personaggio che indossa un abito a toppe multicolori, con un gonnellino rosso e blu (colori della città) e un cappello a 3 punte (rimando ai colli che circondano il centro) con campanelli, dedito alle gozzoviglie.

Carnevale di Putignano 2020

La prossima edizione è prevista per i giorni 9, 16, 23, 25 e 29 febbraio. Si tratterà della 626esima. Il tema di quest'anno sarà "la Terra vista dal Carnevale". Il calendario dei "Giovedì" è il seguente:

  • 30 gennaio: giorno delle vedove,
  • 6 febbraio: giorno dei pazzi,
  • 13 febbraio: giorno delle donne sposate,
  • 20 febbraio: giorno dei cornuti.

Le sfilate ci saranno il 9, 16, 23 e 25 mentre il 29 si terrà il "Carnevale n'de Jos'r", serie di manifestazioni nei bassi del centro storico e la rottura della pentolaccia, momento che metterà la parola fine al tutto. Il Carnevale di Putignano è gestito dalla Fondazione omonima. Per qualsiasi altra informazione, è possibile consultare il sito ufficiale della rassegna. Di seguito il trailer rilasciato online:

Fonte canale Youtube ufficiale Carnevale di Putignano.