La minestra maritata, regina natalizia delle tavole napoletane

Un piatto made in Sud della tradizione da servire durante le feste natalizie, solitamente il 25 o il 26 dicembre: la "minestra maritata". Di cosa si tratta? E perché ha questo nome?

La ricetta

Questa ricetta è un insieme di carni e verdure che si prepara durante la stagione fredda e, soprattutto, in occasione dei pranzi festivi, come Natale e Pasqua. Gli ortaggi che si usano sono:

  • 10 fasci scarola liscia
  • 10 fasci scarola riccia
  • 1 cavolo verza
  • 500 gr verza
  • 3 fasci broccoli neri
  • 10 fasci cicoria
  • 10 fasci bietole
  • 10 fasci borragine
  • 5 fasci torzelle
  • 6 lt acqua
  • sale e pepe q. b.

Per quanto riguarda, le carni si utilizzano:

  • 1 kg manzo
  • 1 kg gallina
  • 600 gr salsicce
  • 5 tracchie

e, in generale, tagli di minor pregio. Il tutto è accompagnato da pezzi di pane tostato, che hanno preso il posto degli scagliuozzi, prodotto caratteristico della friggitoria barese, foggiana, messinese e napoletana. La pietanza ha subito delle trasformazioni con il passar del tempo e alcuni degli ingredienti sono scomparsi.

Tra passato e presente

Il piatto ha, quindi, subito delle modifiche, ma, comunque, nei mercati dei vari quartieri di Napoli, ancora oggi, è possibile trovare tutto il necessario per prepararlo. Dalle verdure tipiche, come, per l'appunto, le scarulelle a quelle meno specifiche, come le puntarelle. Questo è il nome napoletano della catalogna, una variante della cicoria, che contribuisce a conferire alla minestra, insieme alla borragine, il suo caratteristico sapore amarognolo. Per quanto riguarda la carne, si adopera molto la nnoglia, o salame pezzente, preparazione della carne suina, tipica di zone della Basilicata, Calabria, Campania e Puglia.

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Alla scoperta del nome

Chiarito di cosa stiamo parlando, restare da capire da dove arriva il nome. In maniera molto semplice, la denominazione "maritata" fa riferimento al fatto che carne e verdura si "sposano", cioè partecipano insieme alla ricetta. Si trovano testimonanzie di un piatto simile nel "De Re Coquinaria", ricettario del I secolo d. C., di Marco Gavio Apicio. L'affermazione a Napoli risalirebbe al XIV secolo, quando in città si diffuse l'abitudine della "Olla Podrida", zuppa di orgine spagnola, che può essere considerata come l'antenata della minestra di cui stiamo scrivendo. Nel comune partenopeo si mangia il 25 dicembre, mentre, in provincia, il giorno successivo. In ogni caso, il motivo è sempre lo stesso, il buono auspicio.