Conosci la band "Foja"? A Pompei l'hanno combinata davvero grossa

Non è sicuramente un bel periodo per la musica e per le arti in generale: tra emergenze, contingentamenti e normative, andare a teatro o ad un concerto sembra essere divenuta quasi un'impresa.

Non è facile per nessuno, è ovvio, in particolare durante i concerti: per il pubblico, costretto a barcamenarsi tra protezione civile, controlli degli operatori sanitari, distanziamenti e polizia, per poi sedersi come se fosse ad una recita scolastica. Non è facile per il personale succitato, costretto a rigidi e rigorosi controlli su una folla di persone che ha solo voglia di allentare la pressione degli ultimi due anni.

Ma, probabilmente più di ogni altro, non è facile per l'artista che si esibisce sul palco, costretto a suonare ad una platea rarefatta di persone, che devono mantenere la distanza di sicurezza, che non possono scatenarsi all'inno della loro canzone preferita, che devono procedere lentamente.

In questa atmosfera surreale si è svolta la Kermesse del Pompei Street Festival, una rassegna artistica di musica e street art che ha avuto luogo nella mitologica città Vesuviana, e che ha sublimato nel concerto della folk-rock band Napoletana dei Foja, di cui abbiamo già avuto modo di parlare.

Nonostante il clima surreale, la band ha messo in piedi uno show di primissimo livello, suonando per ben due ore davanti ad una platea ipnotizzata dalla voce di Dario Sansone e dalle note di Ennio Frongillo, Giuliano Falcone, Giovanni Schiattarella e dal talento cristallino di Luigi Scialdone.

Ai piedi del palco la band ha avuto anche modo di offrire al pubblico la possibilità di unrsi all'operazione "La mano de D10S": acquistando il vinile dell'ultimo singolo, infatti, si partecipa all'acquisto di strumentazione sportiva e musicale per gli ospiti del carcere minorile di Nisida, vicino Bagnoli