Al Sud esiste una torre in cui si consuma l'amore eterno: la storia

Ferdinando Palasciano, nato a Monopoli in Puglia nel 1815, si trasferì a Napoli per conseguire i suoi studi in medicina e diventare un medico chirurgo molto affermato. La storia racconta di un uomo energico e vitale, molto gentile con tutti soprattutto con i suoi pazienti. Si dice che la sua gentilezza sia pari solo alla sua intelligenza e alla sua mente brillante impiegata in tutti i campi dello scibile umano.

Fu sempre molto attento ai bisogni di tutti, come medico e politico, talmente preso da i suoi doveri da andare contro la legge ed in un'occasione dovette scontare un anno di carcere: il generale Carlo Filangieri gli ordinò di non prestare alcun tipo di cura ai nemici e lasciarli marcire sul campo di battaglia, Palasciano si oppose e prestò soccorso a tutti, nemici compresi, facendo onore al Giuramento d'Ippocrate. Le sue idee e le sue gesta, furono i pilastri su cui venne redatta la Convenzione di Ginevra nel 1864 e ispirò uno dei movimenti umanitari più famosi al mondo: la Croce Rossa. Purtroppo il nome di questo grande medico non venne mai fatto durante la stesura del trattato, per cui il merito fu solo dei partecipanti svizzeri.

La villa in cui abitò per tutta la sua vita, sita a Salita Moiariello (la via che collega via Foria all'Osservatorio di Capodimonte), fu eretta nella metà del XIX secolo dall'architetto Antonio Cipolla per volontà di Olga Vavilow, la moglie di Ferdinando Palasciano. La torre (Torre Palumbo) visibile da ogni punto della città partenopea grazie alla sua altezza, è un monumento architettonico davvero imponente, in cui si incrociano lo stile Neogotico e quello Rinascimentale (rassomiglia per molti aspetti a Palazzo della Signoria di Firenze), e si affaccia su tutta la città, tanto che con un solo sguardo è possibile ammirare tutto il suggestivo golfo di Napoli.

Ferdinando Palasciano fu anche un politico del Regno di Napoli ed ebbe rapporti con moltissime importanti personalità dell'epoca, tra cui Giuseppe Garibaldi di cui si dice sia stato molto amico ( amicizia testimoniata dalla fitta corrispondenza tra i due). Gli ultimi anni di vita li trascorse percorrendo i giardini della sua villa e passeggiando nelle stanze della torre.

La leggenda.

Ferdinando Palasciano amava molto la città di Napoli e il piccolo angolo di paradiso rappresentato dalla sua casa. Dall'alta torre, ammirando il golfo poteva trovare affrancamento dalle vicissitudini giornaliere e negli ultimi anni, dalla malattia che lo consumava a poco a poco. Era ostinato e risoluto il medico pugliese, voleva restare a godere del suo paradiso anche dopo la morte.

Quando morì la sua anima si staccò dal corpo, per diventare un tutt'uno con la sua casa. Il sua fantasma prese a passeggiare su e giù, per le stanze, le scale e i giardini. Ma quello che più amava era restare ore ad ammirare gli splendidi tramonti nel mare di Napoli e sentire tutta la musica della città sotto di lui.
Molte sono le testimonianze di coloro che hanno visto il fantasma passeggiare assorto e tranquillo in quella splendida dimora.