Come le imprese private del Sud 'salvano' antichi reperti dall'oblio

Il contributo economico di alcune imprese private ragusane ha reso possibile il restauro e la valorizzazione di alcuni reperti archeologici, risalenti alle Polis Greche, rinvenuti nel corso di scavi nella provincia di Ragusa. Il restauro è stato fondamentale per portare all'antico splendore questi pezzi di inestimabile valore, che vessavano in condizioni veramente pessime.

Il restauro di questi ritrovamenti è stato avviato dalla Soprintendenza di Ragusa grazie al grosso contributo economico della Banca Agricola Popolare di Ragusa e del sostegno di altre due imprese siciliane il Lion Club Monti Iblei e la ditta di Gerace Sicilplants. La collezione, che contiene lucerne, crateri e moltissimi vasetti che contenevano oli e unguenti, verrà collocata nel nuovo museo archeologico  che sarà collocato nel Convento del Gesù di Ibla. Prima di essere collocati in pianta stabile all'interno del nuovo museo archeologico, e dopo che le restrizioni anti contagio saranno un ricordo, verrà allestita una mostra curata dalla Sovraintendenza di Ragusa

Come dichiara il sovraintendente ibleo, Antonino De Marco: "Sono reperti recuperati in condizioni pessime e che i miei colleghi tecnici di laboratorio hanno riportato alla originaria condizione. Tra questi spicca un bellissimo cratere, recuperato grazie alla cosiddetta archeologia preventiva che il nostro archeologo Saverio Scerra pratica da anni. Tutto questo non avremmo potuto farlo senza il fondamentale contributo del main sponsor, La Banca Agricola Popolare di Ragusa e di altri due sponsor dell'iniziativa, il Lion Club Monti Iblei e la ditta Sicilplants di Gerace e Russotto."

Antonio Schininà, Presidente della Banca Agricola Popolare di Ragusa dice: "La BAPR ha provveduto all'acquisto di quanto necessario ad avviare il laboratorio della Soprintendenza per riportare all'antico splendore questi antichi testimoni delle antiche civiltà in terra di Sicilia. Lo abbiamo fatto per antica tradizione della nostra banca che ha sempre sostenuto la cultura del territorio, in ogni sua forma. Tra queste è certamente la ricerca archeologica che in queste contrade ha visto all'opera alcuni tra i maggiori archeologi italiani di tutti i tempi, da Paolo Orsi a Paola Pelagatti, passando dal chiaramontano Nino Di Vita e da Luigi Bernabò Brea."