Ritrovato al Sud il dipinto 'Salvator Mundi' di Leonardo da Vinci

Ritrovato all'interno di un appartamento nella provincia di Napoli, il dipinto della Scuola di Leonardo da Vinci, Salvator Mundi, che risale al XV secolo torna al suo posto nel Museo Doma della Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli. Il dipinto è in condizioni perfette, la polizia è riuscita a recuperarlo dopo aver rintracciato il 36enne, incensurato, ora accusato di ricettazione.

Il "Salvator Mundi" o " Il Cristo Benedicente"è un'opera pittorica dal valore inestimabile, poiché è tratto da un quadro dello stesso Leonardo da Vinci venduto all'asta per 450milioni di dollari ed ora presente in una collezione privata di Abu Dabi. Ad opera della Scuola leonardiana, il Salvator Mundi risulta in perfette condizioni ed esprime in modo raffinato la grande maestria degli allievi di Leonardo.

Questo quadro è l'espressione di una "corrente" che aveva come scopo principale, la raffigurazione della vera immagine di Cristo di origine Bizantina, che venne diffusa in Italia da Antonello da Messina. Leonardo stesso si cimentò in questo compito come testimoniano molti suoi disegni, stimolando i suoi allievi a eseguire le opere secondo "quella dolcezza et suavità de aiere"

Il dipinto, secondo gli storici, fu acquistato da Giovan Antonio Muscettola, esponente della famiglia Muscettola e consigliere di Carlo V, nonché suo ambasciatore nella Santa Sede. Probabilmente l'acquisto del quadro è avvenuto in uno dei viaggi verso la sede Papale, quasi certamente la compravendita si è verificata a Milano.

Il complesso monumentale San Domenico Maggiore (Museo Doma) attraverso ben 8 secoli d'arte, fede, storia e cultura. Al suo interno vi sono conservate opere di valore inestimabile, creati da i più grandi artisti d'Italia: San Tommaso D'Aquino, Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Tiziano, Michelangelo da Caravaggio, Raffaello, Giuseppe de Ribera, Francesco Solimena, Luca Giordano, Luigi Vanvitelli e moltissimi altri.

La fondazione della Chiesa risale a Carlo D'Angiò che nel 1283 ne commissionò la costruzione, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, fu il Convento dove visse Tommaso D'Aquino insieme ai Domenicani e sede dell'Università di Napoli. Con gli Aragonesi, la Basilica diventa, nel Rinascimento, ancora più importante poiché sede delle sepolture dei regnanti dette anche "Arche Aragonesi"

Il Cristo Benedicente tornerà nella Sala degli Arredi Sacri, insieme alle opere presenti all'interno del Museo.