Nuova metro in una città del Sud: una passeggiata dall'antichità allo spazio

In primavera assisteremo all'inaugurazione della Stazione Duomo di Napoli, dopo anni di ritrovamenti archeologici di varie epoche che ne hanno ritardato la visione, la nuova fermata della Metropolitana Linea 1 cambierà definitivamente il modo di muoversi nella città partenopea, con un collegamento diretto al centro storico.

Sita in Piazza Nicola Amore, da sempre "E quatto palazze" (I quattro palazzi), direttamente collegata a Via Duomo (a sua volta collegata con i Decumani) la stazione sarà uno snodo importantissimo per spostarsi nel cuore storico di Napoli. Ma oltre all'innegabile e necessaria funzionalità di questo mezzo, la stazione renderà visibili alcuni dei reperti archeologici rinvenuti nel corso dei lavori di realizzazione.

Il Gymnasium - il Tempio dei giochi Isolimpici (Sebastà) edificato nel 2 d. C. per volontà di Ottaviano Augusto. Il tempio era dedicato al culto dei giochi, equiparati a quelli greci praticati a Olimpia, all'interno dell'edificio sono state ritrovate delle iscrizioni che elencavano le attività atletiche dei giochi come pentathol, la lotta, il pugilato e molte altre.

Sempre durante gli scavi è stato portato alla luce un porticato rettangolare  ellenistico dell'età Flavia (databile tra il IV e il III secolo), diverse sculture tra le quali la testa in marmo di Nerone Cesare (il fratello dell'imperatore Caligola), un'anfora funeraria al cui interno vi è lo scheletro di un bambino; una fontana di epoca medioevale (presumibilmente del XIII secolo) e diverse lastre in marmo (colonne, pavimenti e frammenti vari) risalenti alla metà del I secolo d.C.

La maggior parte dei ritrovamenti saranno accessibili al pubblico perché conservati all'interno della Stazione progettata da Massimiliano Fuksas e sua moglie Doriana Mandrelli. I resti saranno inoltre, visibili dall'esterno e quindi dalla piazza, attraverso la cupola di vetro trasparente che sormonterà l'intera struttura.

L' architetto Fuksas spiega: "Abbiamo previsto che si possa vedere la luce del giorno attraverso la cupola trasparente sotto la quale c'è il tempio. Nel piano sottostante, si vedono ancora cielo e i palazzi di Piazza Nicola Amore attraverso una trave scoperta, fissa nel vetro. Ancora più sotto si trovano le banchine, lungo le quali sono montati una serie di pannelli retroilluminati. E' come una passeggiata lungo le ore della giornata: i colori cambiano, si va dal celeste chiaro all'arancio del tramonto e oltre, alla notte."