Il campione la cui gloria non conosce tempo: l'Atleta di Taranto

Un nobile ragazzo di 30 anni, attraente, con i capelli scuri e ricci, il viso bruno, mediterraneo, con occhi neri profondi, alto circa 1,70 e pesa 77 kg, un fisico asciutto e atletico. Sembra la descrizione di un tipico affascinante uomo del Sud, ma non lo è; è l'identikit di un eroe, un atleta, vissuto tra il 550 e il 480 avanti Cristo.

L'antica tomba dell' atleta di Taranto è stata scoperta il 9 Dicembre del 1959 in via Genova, mentre si apportavano lavori edilizi per la costruzione di nuove fondamenta per un edificio sito in questa strada. E' l'unica sepoltura monumentale al mondo, costruita per un atleta, ad essere stata rinvenuta completamente integra, ma come molto spesso accade per questo tipo di ritrovamenti, l'identità dell'atleta resta sconosciuta anche oggi.

L'imponente sarcofago è stato ritrovato chiuso, con 3 anfore (che dovevano essere inizialmente 4) che raffigurano le gloriose imprese dell'atleta nella partecipazione ai giochi. Si ipotizza che alla sua morte venne posto nel sarcofago, e che secondo la sua volontà, le anfore panatenaiche (anfore premio per le sue vittorie che dovevano contenere l'olio proveniente da uliveti sacri) fossero state seppellite insieme a  lui per mostrare la sua grandezza agli dei.

All'interno del sepolcro l'intero scheletro è stato ritrovato intatto, nel perfetto stato di conservazione è stato possibile ricostruire le sue fattezze, il tipo di attività sportiva in cui eccelleva e la dieta che gli permise non solo di avere un corpo scultoreo che gli permise di vincere numerose gare, ma anche di preservare una perfetta dentatura, chiaro sintomo di una salute perfetta.

Il fatto che la sua sepoltura sia singola, e non come in altri casi in cui gli atleti condividevano il sepolcro, indica che l'atleta fosse una persona che godeva di prestigio e stima da nemici e amici. La sua tomba è il simbolo della gloria suprema e del riconoscimento pubblico delle sue imprese, la massima aspirazione per l'uomo greco.