Ricercatore del Sud premiato dall'Unione Europea per il suo progetto biomedico

Si chiama Antonio D'Amore ed è tra i vincitori dell'edizione 2020 del "Consolidator Grant", il premio più competitivo e prestigioso dell'Unione Europea. Ad annunciare oggi i vincitori il Consiglio europeo. Lo scienziato palermitano ha trionfato con il suo innovativo progetto chiamato "Biomitral", la valvola mitrale che rappresenta una sfida di grande rilevanza nell'ambito della cardiochirurgia, che sarà finanziata con 2 milioni di euro grazie a questo riconoscimento.

I revisori hanno considerato valida l'idea progettuale e solide le competenze e i risultati scientifici già all'attivo del ricercatore meridionale, tra cui 14 brevetti e il recente avvio della start-up Neoolife, di cui è fondatore e chief technology officer.  Il CER - Consiglio europeo della ricerca - seleziona e premia progetti di frontiera, potenzialmente in grado di rivoluzionare il mercato di riferimento, visioni innovative proposte da ricercatori di qualsiasi nazionalità  impegnati a sviluppare il proprio progetto in un paese europeo o associato. L'obiettivo è riconoscere le migliori idee e conferire status ai migliori cervelli d'Europa, attirando al contempo talenti dall'estero. Tra questi c'è Antonio D'Amore, Group Leader in Ingegneria Tissutale per la Fondazione Ri.MED.

"L'idea chiave – spiega il dottor D'Amore in un comunicato pubblicato sul sito della Fondazione Ri.MED. - è affrontare il rigurgito mitralico funzionale ingegnerizzando l'apparato cordale e ricollegando il ventricolo sinistro con i lembi della valvola". Si tratta di una terapia innovativa basata sulla creazione di un tessuto polimerico che presenta tutti i vantaggi delle valvole ingegnerizzate, ma senza stent. "Il mio prototipo di valvola mitrale è totalmente ispirato a ciò che si osserva in natura, per questo ha una sola cuspide a doppia apertura e non presenta la configurazione rigida ad anello delle valvole ingegnerizzate tradizionali a tre cuspidi".

Il Dr. D'Amore ha eletto la Fondazione Ri.MED quale host institution per il suo progetto, ritagliando una parte anche per il McGowan Institute di Pittsburgh, dove è Professore e lavora da anni in virtù della partnership che Ri.MED può vantare con UPMC e l'Università di Pittsburgh. Si tratta di un successo straordinario, oltre che per il Dr. D'Amore, anche per Ri.MED e per la partnership con Pittsburgh e con l'Irccs Ismett, anch'esso presente nel progetto, insieme all'Università di Palermo.

Un ulteriore motivo di orgoglio riguarda il luogo scelto per lo sviluppo del prototipo: il premio del CER viene assegnato al ricercatore, affinché sia libero di decidere liberamente l'istituto più adatto per portare a termine la propria ricerca. Antonio D'Amore ha indicato la Fondazione Ri.MED, con sede a Palermo: si tratta del primo consolidator grant con host institution del Sud Italia mai assegnato nella storia del programma ERC, dal 2007 ad oggi.

"Il successo odierno del Dr. D'Amore ci rende doppiamente felici”, spiega Paolo Aquilanti, Presidente della Fondazione Ri.MED "perché oltre a premiare la brillante carriera di uno scienziato di grande talento, afferma la possibilità concreta di portare sviluppo nel Sud Italia attraverso la ricerca biomedica, obiettivo strategico che il Governo Italiano ha posto tra quelli alla base della nascita stessa di Ri.MED".

Alessandro Padova, Direttore Generale di Ri.MED, commenta: "la selezione dei migliori ricercatori, la loro formazione e crescita professionale è una delle mission statutarie di Ri.MED: siamo davvero orgogliosi di poter contare su una risorsa di riconosciuta qualità come Antonio. Dal suo percorso si intuisce il vantaggio competitivo di cui beneficia Ri.MED: da un lato il partner americano per la formazione ad altissimo livello, dall'altra il partner ospedaliero Ismett Irccs, per favorire la rapida traslazione dei risultati della ricerca in applicazioni cliniche”.

Da 10 anni ricercatore alla Fondazione Ri.MED, Antonio D'Amore ha sviluppato un bagaglio di competenze unico nell'ambito dell'Ingegneria dei tessuti e numerose piattaforme tecnologiche innovative. L'obiettivo del suo lavoro è sviluppare una tecnologia innovativa che permetta di annullare la dipendenza dalle attuali terapie anticoagulanti richieste dalle valvole meccaniche e che garantisca maggiore durabilità di una bioprotesi.