La festa dei Serpari: la ricorrenza con origini misteriose

Nell'alta Valle del Sagittario nella provincia dell'Aquila in Abruzzo, esiste un luogo in cui viene celebrata una ricorrenza molto particolare, una festa pagana celebrata dai Marsi nel I millennio poi cambiata, nel X sec. con l'arrivo di San Domenico di Sora a Cocullo e Villalago, per divenire una celebrazione in cui il sacro e il profano si mescolando dando vita alla Festa dei Serpari.

Tutto comincia con i serpari (manipolatori di serpenti) che a Marzo si recano sulle montagne con delle grosse ceste alla ricerca di serpenti, che vengono poi catturati e custoditi in apposite casse di legno e trattati con molta attenzione fino al giorno della ricorrenza della festa in onore di San Domenico, colui che protegge dal mal di denti, dai morsi di serpente e dalla rabbia.

Il 1°Maggio la statua del Santo, posta al centro della piazza di Cocullo, viene completamente ricoperta di rettili dinanzi ad una folla rapita dal momento molto suggestivo per poi essere portata in spalla dai fedeli per tutte le strade del paese. E' usanza in questa ricorrenza tirare con i denti la catena di una campanella, presente all'interno del santuario come buon auspicio e per proteggersi dalla malattie della bocca.

All'interno del Santuario di San Domenico c'è una grotta, la cui terra viene ogni anno benedetta nell'occasione della festa del Patrono, la terra è oggetto di culto infatti i fedeli ne prendono un pugno per conservarlo: come protezione contro il maligno, favorire il raccolto, sciolta in acqua contro le malattie (una pratica utilizzata nell'antichità).

Questa festa folcloristica è la più importante d'Abruzzo ed ha visto crescere esponenzialmente l'interesse della comunità scientifica nel tempo. Molti antropologi si sono occupati di trovarne le origini come Antonio De Nino, arrivando a chiarire che il collegamento tra i serpenti e San Domenico è basato su due elementi culturali della zona: il culto della Dea Angizia venerata dai Marsi e la presenza fin dall'antichità di manipolatori di serpenti che praticavano anche le arti curative.

Il ciarallo è la figura che esercitava, fin dal Medioevo, l'arte del maneggiamento dei serpenti ed è un professionista della cattura del rettile in modo rispettoso e quasi religioso. Si occupano dei serpenti ingabbiati con la massima cura e rispetto, calcolando il cibo da somministrare in base ai giorni in cui devono restare rinchiusi. Ogni serpe ha un segno di riconoscimento sul capo, così che ogni serparo, a fine della ricorrenza, posso prenderlo e riportarlo in libertà.