La più grande struttura al mondo di un culto antichissimo è nel Sud

La Sicilia è una delle terre più antiche del mondo in cui ci sono testimonianze di culti arcaici di valore inestimabile. Il culto della Grande Madre e di Cibele, era presente a Siracusa già nel IV sec. a.C. le tracce di questo culto sono presenti nel comune di  Palazzuolo Acreide, antica Akrai ( la colonia greca edificata nel 663 a.C.) nel monumento in gergo chiamato i "Santoni".

Cibele è una dea della natura e degli animali selvaggi, dai romani identificata con Rea (la madre degli Dei); la storia di questa divinità è molto complessa: ella non ricambiava l'amore di Zeus, che una notte in preda ad ardenti sogni fece cadere il suo seme sulla pietra generando un figlio, l'ermafrodito Agdistis. Agdistis era malvagio e fastidioso, molto incline alla violenza e proprio per questo suo carattere venne ucciso da Dioniso attraverso una stratagemma. Alla sua morte, il suo sangue, sfiorato da una ninfa del Sangario generò Attis il grande amore di Cibele.

La dea era molto gelosa del suo bello, e controllava costantemente dal suo carro trainato da leoni che Attis non la tradisse. Un giorno, il dio, convinto di potersi nascondere sotto le fronde di un pino, giacque con una donna; Cibele lo scoprì e Attis per il gran senso di colpa decise di togliersi la vita. Esistono molte versioni sulla morte di Attis, ciò che è costante è la vicinanza tra le due divinità sul carro trainato dalle fiere.

Quello siciliano è un culto matriarcale, legato alla Grande Madre, come creatrice del mondo, la custode del tutto, la fonte da cui tutto nasce. Il complesso di Palazzolo Acreide con i suoi 12 bassorilievi è unico al mondo e risulta essere il più grande santuario al mondo dedicato alla dea Cibele. Le raffigurazioni dei bassorilievi mettono in evidenza la frenatezza del culto antico, in cui danze e canti seguivano ritmi ossessivi per arrivare alla completa perdita del senno.

Le danze e i canti venivano accompagnate da strumenti musicali presenti anche oggi nelle feste: i flauti ricurvi e i flauti dritti, cembali con suoni acuti e metallici e i timpani, i precursori del moderno tamburello utilizzato nelle tarantelle siciliane. Storia antica e moderna sono sempre estremamente collegate nel Meridione e in Sicilia è quasi impossibile fare un metro senza inciampare in una testimonianza storica di altissimo valore.