Lo scugnizzo che parla e scrive con la voce di Napoli: Raffaele Viviani

Nato a Castellamare di Stabia, in provincia di Napoli, è uno dei poeti, scrittori e autori teatrali più amati del meridione. Fin dall'infanzia il teatro divenne la sua casa, prima per divertimento, poi per necessità, e solo nell'età adulta tornò ad essere felicità assoluta. La sua scrittura intrisa di passione e gioia resta indelebile nei ricordi di chi lo legge: Raffaele Viviani

Frequentò il teatro fin da piccolo, accompagnando il padre nelle avventure dei piccoli teatrini di Marionette a Porta San Gennaro nel cuore di Napoli, restò affascinato dall'ambiente, Papiluccio (come lo chiamavano in famiglia), era sempre lì ed una sera, a seguito di un malore di Gennaro Trengi (il tenore del teatro), Viviani lo sostituì. Conosceva il repertorio a memoria tante erano le volte in cui aveva ascoltato il tenore recitare le avventure di Orlando e Rinaldo. Ebbe tanto successo che fu scritturato per esibirsi ogni sera su quello stesso palcoscenico.

La morte del padre lasciò l'intera famiglia in ristrettezze economiche, Viviani continuò ad esibirsi al teatro ma con la voglia di emergere per salvare la famiglia dalla povertà che avanzava, cominciò a cercare di farsi scritturare. Lavorò in una specie di circo per pochi centesimi al giorno, poi in giro per l'Italia, con madre e sorella, nella Compagnia Bova che però non ebbe il successo sperato. Tornato a Napoli venne scritturato al Concerto Eden di Civitavecchia, il locale venne chiuso tre mesi dopo e Viviani venne rinchiuso in galera, come misura cautelativa.

Tornato a Napoli, riuscì a farsi scritturare all'Eden, l'unico locale da concerto di Napoli, dopo la chiusura del Salone Margherita, ma desideroso di interpretare un repertorio che lo distinguesse cominciò a scrivere: Cominciò così per me un triplice travaglio. Prima imparare a scrivere, poi il repertorio; e dedicai tutti i giorni e parte delle notti al lavoro[...] Così in quindici giorni vennero fuori i primi miei sei tipo realistici e di ispirazione popolare che dovevano dare il trionfiale inizio alla mia ascesa" ricorda lo stesso Papiluccio nelle sue memorie.

Da qui comincia ad affermare le sue innate capacità artistiche, affermandosi prima come attore, ma soprattutto come macchiettista e dicitore di canzoni, creando personaggi che sono diventati parte della tradizione napoletana. Scrisse opere anche drammatiche come: Zingari, Piscature, Circo Squeglia, Morte di Carnevale, Guappo e' cartone e tantissime altre. La tenacia, la splendida ispirazione e l'innata capacità di emozionare hanno reso le opere di Raffaele Viviani immortali.