"Io non me la chiacchiero col mare, io sono del mare": Chiara Vigo

Sant'Antioco una piccola isola della Sardegna Sud Occidentale, unica nel mondo, per la sua antichità, con le costruzioni nuragiche e le antichissime tradizioni, è il luogo in cui nasce la Pinna Nobilis, un animale simile alla cozza che nell'età adulta può raggiungere il metro e dieci di lunghezza. Questo grande mitile produce una bava lanuginosa chiamata bisso marino, un filamento gelatinoso che solidificandosi diventa seta, la seta del mare.

Nella natura incontaminata di questa piccola isola, ci sono testimonianze estremamente particolari di lavori molto antichi e proprio qui, in questo minuscolo punto del pianeta, esiste una delle poche donne al mondo in grado di recuperare il bisso marino senza uccidere l'animale, e l'unica capace di lavorare il bioccolo, il filamento, per creare la meravigliosa seta del mare: Chiara Vigo.

La storia di Chiara è una storia d'arte dal sapore arcaico, della tradizione orale e della trasmissione del sapere in linea matriarcale. Da piccola vive con la nonna "Maestro di tessuto", il bisnonno sarto, e sua moglie ricamatrice; respira creatività sin da bambina, circondata  da un'arte che le viene insegnata per gran parte della sua vita, lentamente, come viene trasmessa la saggezza.

Il filo di seta del mare ha una storia antichissima, almeno 7000 anni e si narra che fosse il pregiatissimo materiale utilizzato nella fabbricazione degli abiti di Re Salomone e Nefertari. Il tipo di tessitura, ed è la stessa chiara a raccontarlo, è stata portata da Berenice, la principessa giudaica figlia di Erode Agrippa, l'unica ebrea arrivata sull'isola che potesse conoscere il bisso. La testimonianza dell'origine ebraica di questa lavorazione è data dalla Bibbia nel libro dell'Esodo capitolo 28: "Faranno l'efod con oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto, artisticamente lavorati".

"Il bisso non si vende e non si compra. Non ha peso e non ha tatto" questo dice Chiara Vigo, l'ultima maestra di questo stupendo "mestiere" in numerose interviste continuando: "Un maestro non vende niente e niente possiede, essere un maestro significa conservare per chi verrà quello che già c'era, per voi e i vostri figli ... non è artigianato, è storia del tessile italiano, è tradizione".

La storia di Chiara, il suo lavoro, la sua vita, la splendida cornice in cui tutto questo prende vita e si realizza, rendono la seta del mare un materiale dal valore inestimabile. La testimonianza vivente dell'appartenenza dell'uomo alla natura, della lentezza come un valore aggiunto al rispetto dei frutti che forza elementale ci offre, impreziositi dalla costanza e dall'abnegazione che questa donna pratica con tanta reverenza e naturalezza.