La prima scrittrice italiana a ricevere in Nobel? Era del Sud

Grazia Deledda nasce a Nuoro, in Sardegna, nel 1871, deve la sua formazione letteraria allo scrittore, storico e archivista di Sassari, Enrico Costa. E' stata la prima scrittrice italiana a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura nel  1927, e la seconda donna dopo Selma Lagerlöf, autrice svedese molto prolifica.

Dal 1888 cominciò a scrivere per delle riviste del continente, come "L'ultima Moda" in cui pubblicò alcuni racconti e il romanzo a puntate "Memorie di Fernanda". Scrisse anche per alcuni quotidiani della Sardegna: "L'Avvenire della Sardegna" dove pubblicò a puntate "Stelle D'Oriente" e "Nell'azzurro" con lo pseudonimo Ilia De Saint Ismail.

Scrisse moltissime opere, soprattutto romanzi e poesie dedicate alla Sardegna, come "La via del male"(recensita da Luigi Capuana); "Paesaggi Sardi" (una raccolta di poesie); "L'edera"; "Canne al vento"; "Il Dio dei Venti". La sua opera più famosa è "Canne al vento" un romanzo che tratta di una realtà fatta di silenzi e austerità, in cui le canne nel vento sono l'esatta metafora dell'uomo nella sua fragilità e forza, il restare "attaccato" fedelmente alle tradizioni che non sono un'abitudine ma un ideale di vita. Un libro che descrive paesaggi sublimi, con personaggi così caratteristici che rendono il libro quasi palpabile in ogni parola.

Questo è il discorso che la scrittrice sarda, Grazia Deledda pronunciò come ringraziamento per il premio Nobel: "Sono nata in Sardegna, la mia famiglia è composta da gente savia ma anche di violenti e artisti produttivi. Aveva autorità e aveva anche (una) biblioteca, ma quando cominciai a scrivere a 13 anni fui contrariata dai miei. Il filosofo ammonisce - Se tuo figlio scrive versi, correggilo e mandalo per la strada dei monti; se lo trovi nella poesia la seconda volta puniscilo ancora; se fa per la terza volta, lascialo in pace perché è un poeta - Senza vanità, anche a me è capitato così".

"Ho avuto tutte le cose che una donna può chiedere al suo destino, ma grande sopra ogni fortuna la fede nella vita e in Dio".