Coronavirus, Sud in prima linea per la terapia al plasma: ci sono i donatori

Mentre l’Italia, ormai da 15 giorni, ha iniziato la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, con la ripresa di alcune attività lavorative e un lento cammino verso la normalità, i ricercatori continuano i loro studi sul virus, nella speranza di trovare presto un vaccino o una cura definitiva. Ad oggi, infatti, non esiste un farmaco specifico che combatta il Covid-19, e negli ospedali italiani si è potuta seguire solo la strada delle terapie che andassero a combattere le conseguenze e non la causa primaria. Una delle principali è quella sperimentata dal dottor Ascierto con il farmaco utilizzato per l’artrite reumatoide, ma se ne stanno testando anche altre, come quella del Remdesivir, che analogamente al Tocilizumab sta dando buoni risultati.

Intanto, gli studi vanno avanti in tutto il mondo e si cercano cure più mirate ed efficaci. Una delle opzioni più discusse degli ultimi giorni è quella del plasma, ossia la parte liquida del sangue donato dai guariti dal Coronavirus, che così trasferiscono i loro anticorpi ai pazienti malati tramite le infusioni. Questo tipo di terapia si sta studiando in varie parti d'Italia, come in Puglia, Calabria e Campania.

La Puglia, in particolare, la prima regione del Sud ad avviare questa sperimentazione, è in prima linea. Al Policlinico di Bari sono stati selezionati i primi 9 donatori idonei e sono stati convocati al centro trasfusionale per il prelievo del plasma in aferesi.

Lo ha comunicato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: "Ringrazio tutti coloro che, sconfitto il virus, con generosità stanno effettuando le donazioni in modo da permettere ai nostri medici di offrire una speranza a chi è ancora malato e alla ricerca di fare passi in avanti verso una cura".

Lo screening è stato effettuati su 14 candidati donatori, da cui appunto sono stati ricavati 9 idonei, in base alla quantità di anticorpi sviluppata nei pazienti guariti.

Ora si procederà così: "Inattivazione virale del plasma dei donatori idonei e al successivo congelamento e conservazione a -40 gradi, prima della infusione di plasma ai pazienti con forme moderate/severe Covid-19 ricoverati negli ospedali pugliesi. Stiamo continuando l'attività di screening per arrivare ai 70-90 donatori che abbiamo indicato per completare lo studio".