Il Castello meridionale set de "Il Commissario Montalbano"

Il Sud Italia è pieno di zone incantevoli, rese ancora più affascinanti dalla presenza di veri e propri gioielli architettonici.

Un luogo che non contravviene a questo aspetto è la Sicilia. Infatti, l'isola del Mediterraneo andrebbe visitata, pure, per godere solo dei bellissimi paesaggi e dei suggestivi scorsi che può offrire.

In questa cornice, si inserisce alla perferzione il Castello di Donnafugata, che sorge nei pressi di Ragusa, a circa 15 km dalla città. Si tratta di un complesso molto grande, che si estende su un'area di circa 2500 metri quadrati. Per via del suo valore artistico e storico, è stato anche scelto come set di film e serie televisive.

Diviso su 3 piani, per un totale di 120 stanze, è circondato da un parco di 8 ettari dove sono disseminati veri e propri scherzi. Passeggiando al suo interno, si poteva finire bagnati da un irrigatore oppure spaventati dal pupazzo di una monaca. Altra attrazione è il labirinto, di forma trapazioidale come quello di Hampton Court a Londra. Nelle vicinanze, si trova la stazione omonima, fatta costruire di proposito dal conte Corrado Arezzo de Spuches di Donnafugata.

Castello di Donnafugata-labirinto
Castello di Donnafugata: il Labirinto.

Costui è stato una versatile personalità, studioso e politico, vissuto nel XIX secolo, a cui si deve la sistemazione definitiva della struttura, come casina neoclassica e maniero gotico. Sorta per volontà dei Chiaramonte, conti di Modica nel XIV secolo, in quello successivo avrebbe ospitato una delle principali figure politiche del Regno di Sicilia, Bernando Cabrera. In realtà, quest'ultima notizia sembra sia più il frutto di una leggenda che interessa il Castello, sulla quale torneremo dopo. Sia come sia, nel 1648 fu acquistato dal barone Vincenzo Arezzo-La Rocca e, dopo 200 anni, fu riorganizzato dal suo discendente Corrado.

Sull'origine del nome circolando diverse teorie. Una delle più affascinanti è qualla a cui facevamo cenno prima. La regina Bianca di Navarra era diventata vedova di re Martino I d'Aragona, il che la rendeva un ottimo partito. Chi l'avesse sposata, avrebbe potuto aspirare alla corona dell'isola. Fu così che il nobile catalano Bernando Cabrera la fece lì imprigionare, spinto dall'amore per lei e dalla sete di potere. Per quanto stimolante, questo racconto è antecedente alla costruzione dell'edificio, quindi appare poco credibile. Altri studiosi sostengono che la denominazione derivi da una "deformazione" in dialetto della locuzione araba "Fonte della Salute", da cui il siciliano "Ronnafuata" e, perciò, Donnafugata. Invece, ipotesi che ci riporta nell'ambito del leggendario è quella che ritiene la parola riferimento ad un episodio misterioso e tragico, avvenuto in quel posto. In zona, una donna sarebbe morta affogata e da qui "donna affucata" e poi l'attuale appellativo. C'è comunque da dire che il toponimo si ritrova in altre località siciliane, ad esempio in provincia di Palermo o vicino Scicli.

Castello di Donnafugata-parco
Castello di Donnafugata: il Parco.

Infine, come accennavamo, il Castello è stato set cinematografico e televisivo. Impossibile il contrario, data la sua storia e la sua bellezza. Nelle sue stanze sono state girate alcune scene de "I Viceré", adattamento dell'omonimo romanzo di Federico De Roberto che racconta le vicende della famiglia aristocratica siciliana degli Uzeda. Ancora, ha fatto da sfondo alle riprese di "Il racconto dei racconti" di Matteo Garrone, ispirato alla raccolta di fiabe "Lo cunto dei li cunti" del partenopeo Giambattista Basile ed è stato location per "Andiamo a quel paese", pellicola del duo comico palermitano Ficarra e Picone. Inoltre, compare spesso nelle puntate de "Il Commissario Montalbano", come casa dell'ormai ritiratosi mafioso Don Balduccio Sinagra, cui il poliziotto di Vigata riesce sempre a mettere i bastoni fra le ruote, in modo da far trionfare la Giustizia.