Coronavirus, al Sud giovane guarisce per miracolo: salvato con polmone artificiale

La pandemia da Coronavirus ha portato dolore e morte, ma anche tante storie di speranza e di solidarietà. In questi mesi stiamo assistendo a catene umane di generosità, in cui non esistono più barriere geografiche, in cui il Sud e il Nord sono soltanto indicazioni territoriali e non uno strumento per creare pregiudizi. Per questo motivo, nonostante i tristi bollettini giornalieri, c'è sempre stata una luce accesa in qualche remoto angolo dell'emergenza.

E non parliamo soltanto di solidarietà, ma anche delle storie di chi ce l'ha fatta ed è sopravvissuto alla malattia. In questi mesi vi abbiamo raccontato tanti lieto fine, alcuni davvero di buon auspicio, come quelli riguardanti anziani, a volte anche centenari, che hanno perfettamente recuperato le loro condizioni di salute dopo aver sconfitto il Covid-19.

Sono storie di speranza e di realtà, perché di Coronavirus ci si ammala, ma si può anche guarire. Oggi, quindi, in piena Fase 2 e in una situazione nettamente migliore, ve ne raccontiamo un'altra. Stavolta il protagonista è un giovane uomo, colpito dal virus ma guarito nonostante le condizioni critiche abbiano messo a repentaglio la sua vita.

Il giovane, infatti, un foggiano di 38 anni, era stato ricoverato più di un mese fa nel reparto Covid di Terapia intensiva del Policlinico di Bari, precisamente lo scorso 6 aprile. Era in condizioni disperate, eppure i medici di Bari gli hanno salvato la vita.

Per 33 giorni, infatti, l'uomo ha vissuto con un polmone artificiale, sottoposto a Ecmo (Ossigenazione extracorporea a membrana). Dopo i tamponi negativi e la ripresa autonoma delle sue funzioni vitali, i medici hanno potuto dimetterlo. Ieri, infatti, il 38enne ha lasciato l'ospedale, e i dottori gli hanno dedicato un lungo applauso.

I medici, appunto, i nuovi eroi in camice bianco. E' proprio a loro, invece, che andrebbe fatto un forte, lunghissimo applauso.