Il dottore meridionale che sconfisse la Peste

Il nostro Paese continua la sua battaglia con il Coronavirus. Impegnato in prima linea contro la malattia è il personale sanitario.

A tal proposito, la Storia è piena di esempi di medici che, in momenti di difficoltà, hanno fatto la differenza in positivo grazie alla loro preparazione e professionalità. Uno di questi esempi arriva dalla Sicilia.

Stiamo parlando di Gian Filippo Ingrassia. Nasce a Ragalbuto, nei pressi di Enna, nel 1510. Studia nell'attuale capoluogo di regione e si laurea all'Università di Padova. Poi, insegna a Napoli. Muore a Palermo (dove oggi un ospedale porta il suo nome), il 6 novembre 1580.

Si distingue nella ricerca anatomica e, infatti, a lui si deve la scoperta di un osso dell'orecchio, la staffa. Ritornato nella sua terra natale, è promosso dal Senato locale "lettore ordinario di Medicina". In occasione della Peste del 1575-76, il vicerè don Carlo d'Aragona Tagliavia, duca di Terranova gli affida il compito di occuparsi di quanto sta accadendo.

Ingrassia propone una duplice linea di azione, una che riguarda l'aspetto medico-sanitario e l'altra quello istituzionale. Nel primo campo mette a frutto anni di studio ed esperienza. Aggiorna i criteri epidemilogici del tempo, rifacendosi alle idee padovane della diffusione del morbo a causa della trasmissione di quelli che chiama "atomi" o "principi seminaria". Perciò, punta l'attenzione sulla questione del contatto.

A tal proposito, si fa portavoce di una serie di dispozioni in ambito istuzionale, che puntano a limitare comportamenti errati, a migliorare le condizioni della sanità e, in generale, a prevenire. Tra queste misure rientravano: chiusura delle scuole e dei luoghi pubblici, "denuncia" della presenza di un malato, istituzione dei lazzaretti, predisposizione di un cordone sanitario, proibizione di assembramenti e di visita ai malati, promozione della quarantena per le navi "pericolose" che arrivano al porto e uccisioni animali infetti, da sterilizzare con la calce. La vicenda umana di questo medico dimostra l'importanza di avere comportamenti assenati e seguire precise regole di condotta nei casi di emergenza sanitaria e un'iniezione di fiducia di cui c'è bisogno in questi giorni complessi.