Maria Grazia Cucinotta la confessione privatissima sulla carriera: non ne aveva mai parlato prima

Maria Grazia Cucinotta ha parlato di sé in una lunga intervista al Corriere della Sera in cui ha raccontato tutta la sua carriera, compresi alcuni aneddoti esilaranti come il rifiuto di recitare sul set de L'Avvocato del Diavolo' insieme ad Al Pacino e Keanu Reeves. In questa intervista l'attrice siciliana mette in mostra le sue insicurezze di donne e i molti sacrifici che ha dovuto affrontare per diventare la diva che è oggi. Vediamo cosa ha detto.

L'intervista parte con Maria Grazia Cucinotta che descrive un' occasione persa per la sua carriera, quando non accettò di lavorare al fianco di Al Pacino e Keanu Reeves per una sua insicurezza e un disagio che l'ha portata a combattere contro lo stereotipo della bella ragazza che è solo un oggetto che manca di intelligenza, ecco cosa ha detto: "Ero tentata, un film con Al Pacino e Keanu Reeves, no, dico, Keanu Reeves, che quando lo vedi ammutolisci. Pensavo: e quando mi ricapita? Però nel copione c’era un nudo continuo e io con questo seno gigante mi sarei sentita a disagio e avrei rovinato tutto. Ho sempre avuto il complesso, a 13 anni ero già così, che vergogna, non vedevo l’ora di ridurlo con un intervento, poi ci ho rinunciato, forse non avrei avuto lo stesso successo, però non mi è mai sembrato bello, troppo ingombrante, per nasconderlo ingobbivo le spalle. E poi è dura farsi prendere sul serio, nessuno ti guarda negli occhi. 'Ah, ma sei anche intelligente', è una frase che ho sentito spesso."
Nonostante questo rifiuto ha avuto anche l'occasione di recitare in 007 - il mondo non basta al fianco di Pierce Brosnan, di cui ha un bellissimo ricordo "E' stata un’avventura pazzesca, dovevo correre e saltare dalle finestre sui tacchi 12, mai portati in vita mia, guidare un motoscafo, quante aspirine ho preso per i dolori"

Non poteva mancare di parlare anche della sua esperienza al fianco di Massimo Troisi nel film Il Postino, la pellicola che le ha portato un enorme fortuna, ma anche qualche problema con la sua famiglia: "Mio padre faceva il postino, come poi mio fratello, mia sorella, mio cognato e mia nipote. In realtà anch’io avevo vinto il concorso e un contratto di tre mesi, ma ci ho rinunciato, ormai avevo preso la mia strada. Papà mi ha tenuto il muso per anni, fino al film con Troisi: in qualche modo avevo realizzato il suo sogno. La pazienza infinita di Massimo con me, una semi sconosciuta in un cast stellare. Lo ha convinto. Lei (Nathaly Caldonazzo) e Massimo si amavano moltissimo, la sua morte fu il più grande dolore della sua vita. Sono 28 anni che la ringrazio, anche se adesso ci siamo perse"
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