Salvatore Esposito dopo 'Gomorra': "Ho una malattia ereditaria 'incurabile' fin da bambino"

La serie 'Gomorra' è appena finita e Salvatore Esposito si prepara a collaborare a nuovi progetti. Per quanto riguarda i microfoni, Marte Sport Live ha rilasciato un intervista parlando un po' di sé e delle cose a cui tiene molto. Una delle dichiarazioni che ha rilasciato ha  fatto una grande impressione sul pubblico che lo ascoltava. Stava infatti parlando di una "malattia" che avrebbe ereditato da suo padre. Ma di cosa si tratta esattamente?

A poco tempo fa risale la fine della serie Gomorra, la serie per eccellenza che ha tenuto tutti incollati agli schermi per molti anni. Nel tempo tutti i personaggi si sono svelati riuscendo a far comprendere le loro motivazioni al pubblico, tutti hanno cercato di comprendere i motivi che hanno portato i protagonisti a determinati comportamenti, pur non apprezzandone i metodi.

Gomorra è la lente con cui si è cercato di entrare nella mentalità della camorra, un mondo che ha regole tutte sue, regole che vanno di pari passo con la crudeltà e la cattiveria, ma che porta lo spettatore a comprendere anche le dinamiche che fanno di questo mondo quello che è.

In un'intervista rilasciata da Salvatore Esposito al quotidiano 'Il Giornale', l'attore che nella fiction interpreta il ruolo di Gennaro Savastano ha dichiarato: "Gomorra non è Napoli. In realtà è una storia sulle periferie del mondo. Quelli di cui si parla solo durante le campagne elettorali. Poi nessuno fa mai nulla, ed è quello che raccontiamo. Se si guarda in giro, tutte le periferie del mondo sono abbandonate a loro stesse: sono abbandonate dalle istituzioni, da tutti quelli che vanno a chiedere voti senza restituire nulla. E sono in mano alle delinquenze, il nome non cambia la sostanza.Noi le chiamiamo camorra, mafia, n'drangheta, in altre parti hanno altri nomi. Ma alla fine sono tutti uguali "

Alla domanda di un giornalista se "Gomorra" parla di un fascino malvagio o meno, Salvatore Esposito risponde: "Non è questo. E comunque non sarebbe una novità: succedeva nella tragedia greca, succedeva con Shakespeare. Io penso sia meglio dire che si tratta di identificarsi con una storia. Che la faccia un criminale o un santo poco importa: ti porta a conoscere qualcosa che forse non hai considerato. E ti aiuta a pensare."

Il finale di serie non è stato convincente per tutti. Nell'ultima puntata abbiamo assistito alla morte di entrambi i protagonisti della storia, Genna Savastano e Ciro Di Marzio, uccisi da un anonimo killer sulla spiaggia, in molti pur aspettandosi la morte di entrambi, avrebbero voluto una morte gloriosa: sono invece morti soli sulla spiaggia, da un anonimo killer. In molti si sono interrogati sull'identità di questo personaggio, ma ancora non c'è risposta.

Il messaggio degli sceneggiatori è chiaro: chi fa parte della camorra perde sempre, non importa quanto lontano vada o quanto importante diventi, l'unico traguardo raggiunto è sempre la morte per mano di qualcun'altro.

Durante un'intervista radiofonica, uscita nel 2019, Salvatore Esposito ha parlato un po' di sé, ma all'epoca lo spettacolo era ancora molto lontano. L'attore napoletano ha detto di essere affetto da una "malattia" incurabile che gli era stata trasmessa dal padre;  l'artista ha scherzato su questo, spiegando di aver ereditato dai suoi genitori un amore appassionato per il calcio, in particolare per il Napoli: "Chi mi ha trasmesso la malattia del tifo per il Napoli? Mio padre. Da bambino ho vissuto una fase particolare perché il Napoli non viveva un grande momento"

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