New York Times: "Paolo Sorrentino rende Napoli la casa del cinema, un set fantastico!"

Napoli, la città delle contraddizioni, è ancora una volta la patria del cinema. Questo è il titolo del New York Times di pochi giorni fa. Il quotidiano americano elenca film e serie che hanno animato la città, sia quelli girati in centro che quelli con la periferia sullo sfondo: "E' stata la mano di Dio" di Paolo Sorrentino, ma anche la serie "L'amica geniale" , tratto dal romanzo di Elena Ferrante e dalla serie Sky "Gomorra": "Oggi troupe cinematografiche e televisive sono uno spettacolo comune per le strade napoletane, sia del centro che dell'entroterra più difficile. Queste produzioni hanno dato vita a un'industria locale che comprende attori, tecnici specializzati e registi".

Il quotidiano cita Maurizio Gemma, direttore della Film Commission: "C'è stato un aumento tremendo. Prima c'erano 10 o 12 progetti di ripresa, oggi giriamo quasi 150 progetti all'anno". E scrive: "Napoli è una città di contraddizioni, intricati palazzi barocchi accanto a case abbandonate, traffico incessante e indisciplinato, con un tasso ufficiale di disoccupazione del 21,5%, il doppio della media nazionale. Ma è anche città di cultura, intellettuale e popolare, e culla di canti come "O sole mio" e "Santa Lucia". La sua trasandata grandezza, le strade strette e le ampie vedute del Golfo di Napoli con il Vesuvio sullo sfondo rendono la città un naturale set cinematografico all'aperto."

Una città che coniuga luce e ombra, povertà e nobiltà, come nel film di Paolo Sorrentino, così lo descrive il New York Times, utilizzando un codice più complesso dei verdetti inequivocabili de Le Figaro che all'epoca fu fonte di aspre polemiche da parte non solo della popolazione ma anche dagli artisti di tutta Italia.

"E' stata la mano di Dio" è al centro dell'articolo di Elisabetta Povoledo, e la storia autobiografica della formazione diventa pretesto per raccontare la città stessa e le sue trasformazioni, dalle botteghe all'aperto che sono diventate un'abitudine , sulla vitalità creativa sostenuta da Sorrentino da registi come Antonio Capuano, Mario Martone, Stefano Incerti, Pappi Corsicato. Con "Un posto al sole" e "La squadra", oltre alla visione di Gomorra di Matteo Garrone e alla serie tv. Quindi "Napoli a sua volta è fantastica e decadente, solare e imprevedibile, convenientemente familiare e in definitiva una terra di frontiera".

Un articolo che analizza la città partenopea da più punti di vista, tracciandone confini e vantaggi senza offendere nessuno, a differenza di un servizio su Napoli, in la giornalista Valèrie Segond de Le Figaro, traccia una città senza qualità e piena di problemi al punto di dire: "Napoli è il terzo mondo d'Europa."

Toni Servillo ha espresso una riflessione più emotiva: " Parto da una constatazione: tra settembre e dicembre io ho tre film in sala di tre grandi autori campani (Mario Martone 'Qui rido io', Leonardo Di Costanzo 'Ariaferma' e Paolo Sorrentino 'E' stata la mano di Dio') quindi mi sembra che il bilancio di questa città sia molto buono. Io non saprei vivere da un'altra parte del mondo, perché amo profondamente questo terzo mondo. " Alla presentazione napoletana del film di Paolo Sorrentino "Era la mano di Dio", il film candidato all'Oscar, lo stesso regista ha espresso la sua opinione sull'articolo de Le Figarò: "Penso che il Napoli si difenda benissimo da sola".

Leggi anche: Gigi D'Alessio gela lo studio di 'The Voice Senior': "Ma tu sì scem?! Mi hai stancato!"