Per l'Università di Siena "Le foibe non esistono". A difendere la memoria storica ci pensa un "Istriano" del Sud.

Ricorderete, ne abbiamo già parlato in passato, di come il Sud sorregga moralmente e storicamente l'Italia e l'Italianità: la stessa parola "Italia" nasce, di fatto, nel Mezzogiorno della penisola.

Italianità che si declina nella difesa delle memoria storica di tutti gli Italiani, a prescindere dalla provenienza o dal periodo storico in cui sono vissuti.

Per l'Università di Siena le foibe non sono un evento degno di memoria

Nelle ultime ore si è nuovamente infiammata la polemica su un argomento sensibilissimo per il paese intero: le purtroppo ben note foibe, in cui furono assassinati, nei decenni a cavallo del secondo dopoguerra, migliaia e migliaia di Italiani.

Esseri umani, Italiani ed Istriani, che scappando dal terribile regime Titino della Jugoslavia, saranno costretti a cercare - con grandi sofferenze - rifugio ed accoglienza in giro per il nostro paese (ed anche il nostro Sud).

Ciononostante, a detta del rettore dell'Università per stranieri di Siena Tommaso Montanari: "La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica".

Il Sud si schiera a difesa degli Istriani

In perfetta continuità con il nobile spirito patriottico del Sud, il Coordinatore regionale per la Regione Campania Unione degli Istriani, Giuseppe Sartore, risponde puntualmente alla singolare posizione del Montanari:

"Caro Montanari,
le sue affermazioni negazioniste sulle Foibe e violentemente critiche sul Giorno del Ricordo non le fanno onore. Colpiscono i tanti che senza colpa, se non quella di essere italiani, furono barbaramente giustiziati dagli slavo-comunisti e costretti a lasciare la propria terra natia.

Noi Esuli abbiamo sofferto per i 60 anni di silenzio che la politica italiana ha riservato al nostro dramma, ma mai sentirà - Montanari - da noi Esuli nessun tipo di equiparazione tra tragedie e drammi, come lei ha fatto.

Il secolo scorso si è caratterizzato per gli abomini perpretrati dalle diverse ideologie della violenza: quella nazi-fascista, quella comunista, quella titoista ed altre. Noi abbiamo, che siamo stati costretti all'esilio in patria, abbiamo sempre mostrato solidarietà ai fratelli ebrei, come a tutti gli altri popoli che hanno subito persecuzioni.

Il negazionismo e il revisionismo appartengono a chi, pur di strizzare l'occhio ad una parte politica e trarne vantaggio personale, accetta di svilire il suo pensiero a queste tristi affermazioni.

Davanti a queste tragedie dovremmo tutti unirci e ricordare. Caro Montanari, la invito perciò a riflettere sulle sue parole, perché per colpire una parte politica a lei poco gradita ha dato un "ceffone" a tutti gli Esuli ed alle loro storie, buttandola in insopportabile caciara.

Dopo 70 anni non pensavamo ci fosse ancora bisogno di difendere la nostra storia, quella del popolo Istriano, che pur di vivere libero fu costretto a lasciare le proprie terre; uniamoci tutti, e ricordiamo ogni dramma affinché non si ripetano gli errori del secolo buio che è stato il 'Novecento."