Il Sindaco di New York sceglie un cognome del Sud: "Sono orgoglioso delle mie origini meridionali"

Bill de Blasio, Sindaco in carica di New York è nato a Manhattan da Warren Wilhelm e Maria de Blasio, il primo militare di origini tedesche, la seconda di origini italiane (il padre, Giovanni De Blasio era originario di Sant'Agata dei Goti in Campania, e Anna Briganti originaria di Grassano in Basilicata). Venne dichiarato all'anagrafe Warren Wilhelm jr ma nel 2002 decise si cambiare legalmente il cognome di suo madre, diventando Bill de Blasio.

La storia del Sindaco della Grande Mela comincia nel distretto di Manhattan, per poi spostarsi prima a Cambrige in Massachusetts e poi a Brooklyn, dove ha imparato l'italiano. De Blasio decide di adottare il cognome della madre per un motivo molto preciso, affettivo: in seguito all'abbandono del padre e al successivo divorzio, Bill visse fin da piccolo con sua madre e i nonni materni.

Forse sono proprio le sue origini meridionali ad averlo condotto al successo nella politica: l'essere parte di una minoranza ed esserne orgoglioso, gli ha permesso di interagire con i moltissimi gruppi etnici che vivono a New York, diventando uno dei baluardi della diversità, il tratto distintivo che fortifica e permette di poter rispondere a tono e di essere trattato alla pari.

De Blasio è il leader delle minoranze, colui che rappresenta gli esclusi, che porta avanti i valori dell'inclusione scritti dalla Costituzione Americana: ha reso le strade dei ghetti più sicure, si è schierato contro ogni tipo di discriminazione e razzismo, ha reso possibile l'investimento nell'istruzione pubblica sia nelle scuole pubbliche che per le Università, aggiungendo i meriti alla classificazione per ceto sociale.

Lo hanno definito 'l'avvocato della città', perché ha utilizzato la propria laurea per difendere tutte le minoranze di una delle metropoli più grandi al mondo, colui che nella propria campagna elettorale non aveva un programma perché "Il programma è già tutto nella Costituzione: non esiste democrazia senza uguaglianza e non esiste uguaglianza senza il riconoscimento pieno dei diritti umani e civili."