Con la primavera arriva la stagione delle allergie: ecco come distinguerle dai sintomi del Covid

In primavera le allergie sono molto fastidio e in tempi come questi, con la pandemia da Covid - 19 è facile confondere i sintomi influenzali con i sintomi del virus. In Italia è quasi il 50% della popolazione a soffrire di allergie stagionali o di asma, si crede che quest'ultima possa essere una patologia che influisce negativamente sul contagio da Coronavirus e ne può complicare la guarigione.

Le differenze tra il Coronavirus e l'asma

Uno dei disturbi delle vie respiratorie è l'asma, che secondo le statistiche ufficiali fornite dall'OMS colpisce una buona parte della popolazione mondiale (da i 100 ai 150 milioni di persone). Si crede che le persone soggette ad asma o a allergie stagionali siano considerabili più predisposte al contagio, in realtà nessuna ricerca scientifica ha dato prove certe di questa comunanza, ma è sempre bene tenersi sotto controllo attraverso la consultazione di uno specialista.

Il muco liquido e la lacrimazione costante, con conseguente gonfiore degli occhi, non sono sintomi manifesti del Covid-19, mentre tosse, congiuntivite e difficoltà respiratorie possono essere considerati dei sintomi del virus: ma è bene specificare che le allergie non comportano febbri, per cui alla comparsa delle febbre è necessario compiere degli approfondimenti che scovino la presenza di infezioni virali.

E' buona regola sottoporsi, per i soggetti allergici o asmatici, a indagini specifiche come radiografie toraciche e spirometrie, poiché essendo l'asma una malattia cronica (dipendente da una componente genetica, e da cui non si può guarire del tutto) che può scomparire per un periodo e ricomparire dopo molto tempo, potrebbe rivelarsi all'improvviso in forma grave, per cui è bene tenerla sotto controllo.

Ritornando al virus, molto spesso si incontrano dei soggetti asintomatici, che non hanno sintomi manifesti, ma che sono comunque veicolo di contagio: nel caso si sospetti di aver contratto il virus è necessario eseguire i tamponi in laboratori certificati dalle Asl regionali e nel caso di positività, iniziare la terapia adatta. In attesa del vaccino, in tutti i casi, la miglior strategia è la difesa attraverso l'uso delle mascherine e il distanziamento sociale.