Coronavirus, Ascierto: "Ecco cosa fare per frenare la terza ondata"

I casi di contagio da Coronavirus in Italia non allentano la presa. Secondo il bollettino della protezione civile pubblicato dal ministero della Salute nella giornata di venerdì 5 marzo si sono registrati nel nostro Paese 24.036 positivi. Gli esperti hanno definito questa fase "la terza ondata della pandemia", con il cambio di colore per alcune regioni che avrà inizio da lunedì 8 marzo: Friuli Venezia Giulia e Veneto passeranno in zona arancione, mentre la Campania tornerà in zona rossa.

Oltre alla Campania, confermate ancora in area rossa anche la Basilicata e il Molise. In area arancione Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Abruzzo, Umbria e le province autonome di Bolzano e Trento. In area gialla Valle d'Aosta, Liguria, Lazio, Calabria, Puglia e Sicilia. Resta invece confermata in zona bianca la Sardegna.

Alla luce dei dati epidemiologici che confermano la terza ondata, il professor Paolo Ascierto, oncologo dell'Istituto Tumori Pascale da sempre in prima linea nella battaglia contro la pandemia, ha così spiegato con un post sul suo profilo facebook come arginare l'avanzata del Coronavirus: "Dall'osservazione dei dati relativi ai contagi negli ultimi mesi, emerge che all'origine della seconda ondata di Sars-Cov-2 in Italia ci sia stata l'incontrollata circolazione di soggetti infetti e/o asintomatici con carica virale altissima.

Ne ho discusso diverse volte ad agosto con il dott. Atripaldi, direttore del laboratorio di patologia clinica del Monaldi-Cotugno di Napoli e insieme ad altri colleghi degli istituti Pascale, Monaldi e Cotugno di Napoli, abbiamo spiegato questa nostra osservazione in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Translational Medicine. Emerge quindi la necessità assoluta di intensificare i programmi di screening e di continuare a testare e mettere la quarantena tutti i casi positivi se vogliamo provare ad arginare anche la terza ondata. Cruciale sarà il procedere spediti con il programma di vaccinazioni. L'arrivo di un ulteriore vaccino, quale quello di J&J, e l'incremento della produzione degli altri, ci permetterà di poter completare il programma vaccini", conclude.

Intanto, aggiunge Ascierto in un altro post "È partita la sperimentazione di fase 1 del vaccino italiano Takis, che coinvolge l'Istituto Nazionale Tumori Irccs 'Fondazione G. Pascale', insieme al San Gerardo di Monza e allo Spallanzani di Roma e speriamo che questa possa essere un'ulteriore arma a nostra disposizione contro il Covid-19. Il primi volontari a Napoli riceveranno il farmaco a partire all'inizio di aprile, dopo che saranno trascorse le prime quattro settimane necessarie a valutarne la sicurezza nei primi sei pazienti trattati. Infatti, negli studi di fase 1 si procede con cautela, passo dopo passo. Si tratta di un vaccino a Dna, diverso da quelli esistenti a base di Rna messaggero, che garantisce anche la possibilità di essere modificato rapidamente per tener conto delle successive mutazioni del virus. Noi, come sempre, procediamo con cauto ottimismo".