'Quantu è laria la mè zita', la canzone popolare che mette sempre di buon umore

Il repertorio di musica siciliana ha moltissime canzoni poetiche e appassionate, che esprimono sentimenti diversi tra cui l'amore e la sofferenza; testi viscerali che incarnano spesso una poesia genuina piena di emozioni. Ma tra queste esistono anche canzoni molto divertenti, degli sfottò, che sono delle vere e proprie opere di cabaret vecchia maniera. Un'ironia educata e senza pregiudizi che si avvicina alla realtà delle cose con un sorriso irriverente.

Una di queste canzoni a tema leggero è "Quantu è laria la mè zita"( "Quanto è brutta la mia fidanzata" ), un brano popolare che genera un sorriso sul volto di chiunque, interprete e ascoltatore. Il testo racconta di una donna brutta che però è molto ricca, questa nonostante la poca avvenenza risulta splendida all'autore della canzone proprio per quanto sia pieno il suo portafoglio. Anche se il tema non è propriamente "politicamente corretto", il testo non vuole essere offensivo per le donne, l'intento è solo quello di far sorridere in maniera irriverente.

Il testo è un elenco canzonato dei moltissimi difetti di questa donna, dai capelli che sembrano paglia ( Havi i capiddi tisi tisi) , agli occhi talmente piccoli (uno aperto e uno chiuso)da sembrare crune di un ago, ma le orecchie grandi da elefante (Havi l'arucchi granni granni, parunu chiddi d'o liofanni). Per non parlare del corpo, con grandi spalle da cassapanca  (Havi li spaddi ca pari na cascia) e la pancia tonda come quella di una botte;  la camminata pendolante e poco aggraziata (Havi li peri a chichiricò, quannu amina fa si e no).

Ma il finale rende il tutto una risata, rendendo questa donna la più bella del creato, la più splendida creatura mai nata:

"Ma di sordi n'havi assai.
ca cummogghiunu li guai.
Ahi! Bedda è! Chiù bedda d'idda non ci n'è"

"Ma di soldi ne ha moltissimi
che coprono i guai.
Ahi! E' bella! Più bella di lei non ce n'è!"